Oria: gli immigrati partono e la città ne è felice
È un accordo tacito quello sottoscritto dagli oritani con i tunisini. Sembrano ormai lontane quelle sorta di ronde improvvisate nelle prime ore di convivenza. Le operazioni dei cittadini per cercare di contenere i rifugiati all’interno del campo sulla via per Manduria si sono affievolite.
La parola d’ordine ora è quella di lasciar partire i tunisini. Lo sanno tutti ormai, è impossibile pretendere che restino chiusi in una struttura colabrodo come quella costruita nel campo dell’aviazione. Lo sanno anche le forze dell’ordine, che intervengono solo se strettamente necessario.
Gli immigrati che invadono la città giungendo dalle campagne nei pressi di via Bandiera e via Manduria, percorrono Oria alla ricerca della stazione. Qualcuno cerca informazioni ed ora i cittadini sono praticamente tutti pronti ad offrirle.
Nel pomeriggio presso la stazione ferroviaria si creano assembramenti, ma man mano che i treni passano, di stranieri ne restano sempre meno. In auto arriva qualche oritano e regala vestiti: qualche pantalone, qualche maglietta, qualche giubbotto, ma le più richieste sono le scarpe. Altri concittadini filmano o fotografano le partenze, uno dei momenti essenziali di quello che rimarrà tra gli eventi più importanti della storia recente di Oria. I tunisini cercano informazioni sugli itinerari, sui costi dei biglietti e sulle distanze.
All’arrivo dei treni alcuni controllori impediscono l’accesso ai vagoni facendo aprire solo una porta, gli immigrati all’appello sono troppi per far finta di nulla.
L’ultimo treno ad attenderli, tra i più gettonati, è sempre il grande espresso per Roma e Villa S. Giovanni, che poco prima delle 22:00 passa da Oria. Ieri sera sono stati tanti a prenderlo, diverse decine. I volti degli altri passeggeri che guardavano dal finestrino, racconta qualche testimone, erano spaventati dalla seppur pacifica invasione dei vagoni da parte dei tunisini. Difficile intuire quanto a lungo possa essere durato il loro viaggio.
Le destinazioni finali predilette sono tante, quasi tutte all’estero. Per ragioni linguistiche la più gettonata è la Francia, nazione dalla quale molti confessano di essere già stati rimpatriati qualche mese fa, ma ora provano a farvi ritorno da clandestini.
Col passare dei giorni gli oritani hanno scoperto che tutto sommato sono in ampia parte bravi ragazzi. Alcuni hanno il cellulare, altri addirittura il bancomat. Qualcuno va alla ricerca di un conto corrente o di un indirizzo dove far inviare i soldi dai parenti che vivono già in Europa.
Ieri in stazione c’era il pienone, dopo l’ultimo treno in serata di tunisini ne sono arrivati ancora tanti. Secondo le stime di chi li ha visti arrivare, sarebbero stati ben oltre il centinaio. Alcuni, dopo aver appreso della mancanza di treni notturni, si sono diretti verso Latiano o Francavilla seguendo i binari, altri percorrendo le strade provinciali. La maggior parte, però, è rimasta nei pressi della stazione oritana, molti erano nascosti in qualche cespuglio, ad attendere il primo treno della mattina seguente.
Col giungere della notte i carabinieri hanno bloccato il viale della stazione. Tanti oritani si sono fermati per capire cosa succedesse. Intanto i tunisini continuavano a fluire, magari con una piccola pausa ristoro dal vicino paninaro. L’aria era piuttosto calma, qualcuno teneva a precisare verbalmente “l’accordo”: devono andarsene, sono liberi di raggiungere la stazione e di partire, ma qualora qualcuno commettesse qualche torto alla cittadinanza la reazione sarebbe pronta e decisa.
In giro per Oria c’erano poche pattuglie visibili, qualche ora prima in compenso c’era stato un elicottero con un potente faro a scandagliare la città e far godere scene da film. Manduria, dove di immigrati non ce n’erano probabilmente neppure un terzo di quelli che avevano raggiunto Oria, era invece supercontrollata, i nostri collaboratori manduriani ci parlano di camionette della polizia, di pattuglie dei carabinieri, finanzieri e in alcuni orari anche del Corpo Forestale.
Purtroppo come ci disse un funzionario discutendo l’altro giorno presso il campo: “Manduria, che è la città dove si trova il centro, è in un’altra provincia, è normale che ci possano essere di questi problemi”. Eggià, in questo caso non sono solo gli immigrati ad avere problemi di confine.
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spero solo che dopo tanta benevolenza e affetto verso queste persone , non si sentano notizie di stupri rapine aggressioni o omicidi…sono tutte brave persone ma che non avendo soldi devono pur arrangiarsi nell’arte del sopravvivere…l’aiuto lo avevano nel campo…e non diciamo che le cose essenziali non le avevano, dove si ripareranno chi è scappato ? cosa mangeranno? come faranno a procurarsi il cibo? come faranno a viaggiare per l’italia? da qui verranno le risposte attraverso i fatti che succederanno…purtroppo incivili
assolutamente daccordo con GR
lasciarli andare è stato uno sbaglio, ma c’è da dire, che la parte da coglioni se la dividono con le autorità, che dovevano contenerli e sorvegliarli. “la città ne è felice”? voglio proprio vedere quando questi porteranno caos altrove, avremo anche noi le ripercussione un giorno, ma neghiamo l’evidenza, come siamo abituati, da buon italiani! poi almeno non lamentatevi.in francia neppure li fanno entrare, noi li lasciamo scappare sperando che prendano altre strade. CI SCUNNI LA POLVERE SOTTA LU TAPPETU, RIMANI SEMPRI LU MMUCATU.
tra quelle 100 persone una percentuale di loro, anche se molto bassa, è incline ad atti non “onesti”, siate felici per questo, di aver lasciato andare chissà quale pericolo, come se noi non avremmo ogni giorno da combattere contro la nostra di criminalità.
daccordissimo !!!!!!!!!!!!!!!!!!! 😉
Marco “la città ne è felice” è un modo di dire, solo per far comprendere che per Oria e per gli oritani questa sta diventando l’unica soluzione desiderata.
Non c’è dubbio che questa gente mandata allo sbando possa creare problemi, ma se vanno a destinazione dai propri parenti o in città più grandi credo proprio che i problemi saranno di meno rispetto al tenerli tutti concentrati tra Oria e Manduria.
È meglio lasciarli andare (visto che sono liberi di farlo ed è quello che vogliono), anziché catturarli e riportarli al campo, dove sono nuovamente liberi di ritornare. Anche perché fidati, se si andasse avanti con le “catture” alla fine ci sarebbero il doppio dei guai. Purtroppo è una situazione particolare e bisogna accontentarsi del danno minore.
con GR
lasciate stare qsta gente !!! nn vi ha fatto nulla!!!!!!