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Mesagne: Presente e Futuro dell’Osteoporosi

Cultura

Scritto da il 12 Maggio 2011 - 12:19

Marco BENVENUTO, Economista, Ricercatore dell'ISBEM di Brindisi

E’ il titolo della conferenza che Marco BENVENUTO, Ricercatore dell’ISBEM di Economia Sanitaria, terrà all’apertura del 3° Corso teorico-pratico OSTEOPOROSI in un MONDO che CAMBIA (13 e 14 Maggio 2011 a Gallipoli), ideato e coordinato dal dr. Giuseppe COLI’, Ortopedico e Responsabile del Centro Osteoporosi dell’Ospedale gallipolino. Le conseguenze socio-sanitarie dell’OSTEOPOROSI (riduzione della resistenza ossea che predispone ad un aumentato rischio di frattura, sia per la scarsa quantità che per la povera qualità della massa ossea) sono allarmanti in tutta Italia, per cui se ne sentono i riflessi anche in una regione come la Puglia, dove si punta a innovare il PIANETA SALUTE con la prevenzione attiva. Il rapporto fra donne e uomini affetti da Osteoporosi è di 4:1, cioè le donne sono molte di più ma non è vero che i maschi siano esenti da tale patologia.

Sommando i costi per ospedalizzare i fratturati, quelli per la diagnosi, la terapia e la  riabilitazione, etc nonché i costi indiretti, già nel 2005 si spendeva in Italia più di 1 miliardo di € solo per la frattura di femore che è in aumento, come ben documentato da Prisco PISCITELLI, epidemiologo esperto di Salute pubblica che ha studiato questo tema in sinergia fra ISBEM, Università di Pisa, Firenze,

Al centro, l'Epidemiologo Prisco PISCITELLI, Ricercatore dell'ISBEM e dell'Università di Firenze, Dottorando dell'Università del Salento con alla sua destra Daniele PALADINI, ingegnere biomedico, Carmela CARROZZO e Alberto ARGENTIERO, Biotecnologi, e alla sua sinistra Giovanna CHITANO, biologa Ricercatrice ISBEM, Nadia AGNELLO laureanda in biologia ed Isabella INDOLFI, neolaureata in controllo di qualità per i farmaci e per gli alimenti.

Napoli ed ASL del grande Salento. In macro numeri, si trova che le fratture da osteoporosi hanno causato, in meno di 10 anni, circa 800.000 ricoveri, 120.000 morti, oltre 150.000 casi d’invalidità permanente, circa 10 miliardi per il Sistema Sanitario Nazionale e un miliardo per pensioni d’invalidità INPS.

Quindi, questo problema socio-sanitario richiede non solo l’attenzione degli Economisti sanitari come Marco BENVENUTO, ma anche dei Decisori Politici e dei Medici che, come Prisco PISCITELLI, si occupano di prevenzione e quindi di Salute Pubblica. Ad esempio, viene fuori dal Registro Osteoporosi Ionico Salentino (ROIS) che vi è una stretta correlazione fra rischio di frattura da osteoporosi, nel periodo post-menopausa ed alcuni fattori quali, famigliarità, magrezza, patologie cardiovascolari, scarsa attività fisica (eppure basterebbero solo un paio di ore alla settimana!).

Pertanto, è necessario misurare la “densità” delle proprie ossa e tipizzarne il contenuto in termini di struttura ossea è la premessa per evitare fratture osteoporotiche che comportano disagi al singolo, alla famiglia e notevoli costi alla comunità tutta. Il progetto PROF (Prevenzione Osteoporosi Fratture), che vede l’impegno di più istituzioni quali Università, ASL, ISBEM, Imprese biomediche, Volontari, etc. cerca di far fronte a questa necessità, realizzando una buona pratica in cui, numeri alla mano, si può consolidare l’approccio inter-disciplinare che lega la ricerca alla formazione e quindi all’assistenza. L’obiettivo è quello di produrre buoni risultati in questo progetto pilota (già fatti 8000 test di densitometria) per poi estendere la prevenzione attiva a tutta la Puglia dove è necessario sottoporre a screening circa 600.000 (seicentomila!) pugliesi che rappresentano circa il 15% della popolazione, cioè i cittadini a maggior rischio di osteoporosi e quindi di frattura!

Come raggiungere questo obiettivo? Con le sinergie multi-istituzionali ed inter-disciplinari! E’ necessario fare i test nella popolazione a rischio ed attivare i registri come fatto nell’esperienza ISBEM con il ROBRI (Registro Osteoporosi Brindisi), ROTA (TA) e ROLE (LE) che confluiranno nel ROP (Registro Osteoporosi Puglia). Questi registri saranno di certo utili per diffondere una buona pratica di prevenzione attiva capace di PRODURRE SALUTE su LARGA SCALA e per monitorare i pazienti con osteoporosi e quindi a rischio elevato di frattura, nonché per ottenere dati scientifici, come quelli presentati dall’ISBEM allo IOF (International Osteoporosis Foundation) di Firenze nel 2010.

 

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