Il Castello di Oria Patrimonio del Territorio
“8 novembre 2010” una data che rimarrà nella storia di Oria: si sono ufficialmente conclusi i lavori di restauro e consolidamento del Castello. L’imponente maniero medievale che domina dall’alto la città giovedì ospiterà un convengo medico.
Immagini interattive della Piazza d’Arme, cliccare sulla foto e contemporaneamente trascinare il mouse per ruotare la visione a piacimento, è possibile zoomare con i tasti + e – della tastiera. © Oria.info – Riproduzione Vietata.
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Costruito nel Medioevo da Federico II di Svevia e posseduto dal 1933 dalla famiglia Martini Carissimo, il Castello di Oria è stato acquistato nel luglio 2007 dai coniugi Romanin Caliandro, tramite la società di famiglia Borgo Ducale srl.
La “fortezza”, nel senso più stretto del termine, non era ormai definibile tale, la struttura era sull’orlo del collasso statico.
I neo-proprietari, con un grosso investimento mirato alla costituzione di un centro congressi di alto livello, nell’agosto 2008 hanno avviato un’imponente, quanto rapida, opera di restauro. Due anni di intenso lavoro che hanno ridato splendore e solidità ad uno dei più bei manieri d’Italia.
La presentazione del risultato delle operazioni di consolidamento è stata effettuata ieri con una conferenza stampa ed una visita guidata.
Hanno preso parte all’inaugurazione numerosi rappresentanti degli organi di stampa, il sindaco di Oria, le massime cariche civili e militari della Provincia ed il sottosegretario del Ministero degli Interni on. Alfredo Mantonavano.
I proprietari hanno ribadito che le zone monumentali resteranno fruibili attraverso visite guidate, gli ampi saloni precedentemente utilizzati come dimora privata verranno impiegati come contenitori di eventi. A gestire la struttura, ha rivelato Giuseppe Romanin, sarà la giovane figlia Emanuela, di cui vi avevamo parlato nei mesi scorsi, quando molto gentilmente aveva partecipato ad un incontro con gli studenti dell’Istituto Turistico di Oria.
L’inaugurazione operativa del Castello avverrà giovedì con il primo evento, il congresso regionale dell’A.A.I.T.O. sulle allergie alimentari, che vi avevamo già annunciato in anteprima due mesi fa. Non è ancora noto quando riprenderanno le visite guidate, in quanto il completamento degli allestimenti museali della parte monumentale richiederà ancora qualche mese di lavoro.
Tutte le foto che abbiamo scattato durante l’inaugurazione sono disponibili nella galleria inserita sulla nostra pagina Facebook.
Per chi volesse approfondire gli aspetti tecnici e storici, riportiamo in basso la relazione consegnata alla stampa in occasione della riapertura del Castello di Oria dopo il restauro.
“Il Castello di Oria Patrimonio del Territorio"
8 Novembre 2010 , Castello
“Tra le varie vicende toccate in sorte agli storici Castelli Pugliese, centri silenziosi delle sempre più attive vite di queste città bianche del Mezzogiorno, particolarmente felice è stata la ventura del Castello di Oria” scriveva nel 1934 l’arch. Carlo Ceschi, quando narrava la lodevole impresa ed intenzioni del colto cittadino oritano Comm. Martini Carissimo nel “ridar lustro e solidità all’insigne monumento” che, completamente in abbandono, avrebbe continuato nella sua rovina senza rimedio. Infatti l’uragano del 1897 fu solo l’ultimo attacco di inaudibile violenza inferto al Castello, già indebolito dall’opera devastatrice del tempo e dell’uomo.
Le origini di Oria si perdono nella lontana civiltà Iapigia. La sua posizione geografica, al centro della Via Appia che da Taranto portava a Brindisi, può spiegare perché Oria, le sue mura ed il suo Castello furono teatro di dispute, battaglie, ribellioni e saccheggi continui. La rocca, scelta come centro di resistenza per il suo stesso elevarsi sulla pianura, sin dall’inizio, ebbe la necessità di fortificarsi e le opere di difesa, sorte dove c’era l’acropoli, vennero successivamente distrutte e riedificate ad ogni nuova dominazione.
Adattandosi alle condizioni del terreno delle sommità dell’altura su cui sorge, il Castello è venuto ad assumere nel tempo forma iconografica simile al triangolo isoscele, con il vertice più acuto orientato quasi a nord e la base a mezzogiorno.
Colonia Greca, poi Municipio Romano, dopo la caduta dell’Impero d’Occidente fu distrutta dai Goti, conquistata dai Longobardi, concessa ai Duchi di Benevento, successivamente dai Saraceni, ripresa da Ludovico II, disputata tra Arabi e Greci, nuovamente incendiata dai Saraceni e nel 1060 in mano a Roberto Guiscardi. Durante il suo dominio, la rocca fu fortificata e si attribuisce a quell’epoca la costruzione del Torrione quadrato ed altre opere di fortificazione.
Ad epoca antecedente risale il Tempio Maggiore Pagano della città sulla quale nel 880 Teodosio, allora Vescovo della città, fece riedificare la sua chiesa dedicandola alla Gloriosa Vergine Assunta. La chiesa, sorta sul più alto colle della città al centro delle mura, fu abbattuta ad opera della dominazione Sveva (succeduta a quella Normanna). Fu proprio in quell’epoca che Federico II, diretto in Crociata, nel 1215 giunse ad Oria e lì vi rimase per molti mesi. Sentì allora l’esigenza di fortificare le città Pugliesi di Trani, Bari e Brindisi. La tradizione fa risalire al grande Imperatore la costruzione del Castello, sebbene altri lo attribuirono a suo figlio Manfredi che nel 1250 alla morte del padre aveva ereditato il principato di Taranto con altri 4 contadi tra cui Oria. Il Regno di Napoli passò nelle mani di Manfredi solo alla morte del fratello Corrado.
Nel 1268 Manfredi perì contro l’esercito di Carlo d ‘Angiò, fratello del Re di Francia, e le stesse sorti subì Corradino, ultimo degli Svevi.
Carlo II d’Angiò costituì il Principato di Taranto e Oria ne fu parte. Sotto gli Angiò il Castello ebbe la più grande aggiunta ed i successivi restauri gli diedero le forme ed i caratteri che presumibilmente sono giunti sino a noi. A questo periodo vengono fatte risalire le torri dette “del Salto” e del “Cavaliere”.
Verso la fine del XIV sec. Romandello Orsini, nipote di Ugone del Balzo, divenuto Principe di Taranto e minacciato da Re Ladislao che marciava contro la fortezza del Principato, restaurò il Castello ed altri presidi tanto che il Re dovette desistere dai suoi intenti bellici. Alla morte di Romandello, il Re Ladislao strinse d’assedio Taranto e la vedova di Romandello, Maria d’Enghien, si ritirò al Castello di Oria dove trovò la protezione dei suoi fedeli. Re Ladislao ottenne l’accesso al Castello allorquando la vedova accettò la sua mano. Alla morte del Re consorte, nel 1419 il figlio di Maria d’Enghien Giovanni Antonio Orsini riprese allora il possesso del Castello, ma in urto con la Regina Giovanna II, dovette affrontare dure battaglie, oltre al saccheggio del 1433, prima di prendere effettivo possesso del Castello, che divenne dimora della cugina Isabella Chiaramonte, sposa poi di Re Ferrante d’Aragona, la cui casa era salita al trono di Napoli. Oria divenne così città regia.
Nel 1500 Roberto Bonifacio fu investito del Feudo d’Oria da Federico, ultimo Re D’Aragona. Questi però ne prese possesso solo nel 1505, dopo che Oria fu liberata dall’occupazione francese. Da quel momento il Castello fu presidio militare. Quando il figlio di Roberto Bonifacio, Bernardino, perseguitato per le sue idee, fu costretto in esilio, il Marchesato di Oria fu conferito, col titolo di Principe, al Conte Federico Borromeo e, alla sua morte, al cardinale Carlo Borromeo. Questi, secondo la tradizione, non avendo più mezzi per aiutare i poveri di Milano, vendette il Principato. Dopo un periodo di Signoria di Davide Imperiale, il Marchesato fu devoluto alla Stato.
Nel 1825 le monache Benedettine comprarono il Castello il cui piazzale fu adornato di pergolati e coltivato a giardino. Di fatto il Castello non fu ne utilizzato ne restaurato.
Il Demanio ed il Municipio ne ebbero la proprietà dopo il 1866 per la soppressione degli ordini religiosi.
Il 5 dicembre 1933 il Comune di Oria cedette il Castello alla famiglia Martini Carissimo, ricevendone in cambio il Palazzo Martini, poi sede del Municipio. I Martini Carissimo restaurarono il Castello.
Il 2 luglio 2007 il Castello è stato acquistato dalla Società Borgo Ducale srl. Oggi è Monumento Nazionale ed in quanto tale, costituisce una delle dimore architettoniche storico-artistiche del territorio sottoposto alle disposizioni di tutela per i beni e le attività culturali con D.M. 24/5/55.
Avvenuto il passaggio di proprietà, nel 2007 la famiglia Romanin Caliandro ha dato incarico all’architetto Severino Orsan di redigere il progetto di recupero e restauro dell’intero complesso architettonico e delle sue pertinenze. All’uopo sono state redatte tavole di rilievo dei dissesti statici e del quadro fessurativo. L’obiettivo è stato quello di effettuare un intervento di consolidamento con tecniche scientifiche secondo metodologie del restauro architettonico abbondantemente collaudate.
Il progetto, revisionato prima ed autorizzato poi dalla Soprintendenza per i beni architettonici di Lecce e dal Dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Oria, è divenuto esecutivo nel mese di agosto 2008: hanno avuto quindi inizio i lavori di intervento di restauro con la messa in sicurezza immediata dell’immobile, ormai sull’orlo del collasso statico.
Gli interventi principali sono stati, oltre all’esecuzione del consolidamento statico delle murature originarie, l’eliminazione di diverse superfetazioni e corpi posticci ed il recupero di elementi architettonici occultati dagli interventi risalenti a secoli passati.
L’opera di restauro e consolidamento, eseguito sotto l’alta sorveglianza della soprintendenza, ha delineato anche le attuali destinazioni d’uso dell’immobile. La parte monumentale, ovvero le torri e gli spalti, è destinata a museo in quanto parte originaria del complesso storico-artistico. L’area identificata quale ex-nucleo abitativo della precedente proprietà, essendo stato rimaneggiato ripetutamente nei secoli, ed avendo perso le tracce originali della destinazione d’uso, è stato restaurato, adattando nei saloni del primo piano, uno stile tardo rinascimentale. In ultimo, ai saloni medioevali del piano terra è stata ridata la luminosità originaria.
Durante i lavori sono stati effettuati numerosi saggi stratigrafici archeologici, sotto la sorveglianza della Soprintendenza Archeologica di Taranto, durante i quali sono emerse strutture murarie messapiche, basi di pilastri e sepolture dell’età medioevale, visibili tuttora in due ambienti interni all’uopo preparati.
L’opera di restauro ha avuto termine nell’autunno del 2010.
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L’unico articolo bello pieno che ho trovato su internet per il fatto dell’inaugurazione del castello di Oria. bella pure la foto che gira su sè stessa
CI AVETE RESI FELICI CON LA RISTRUTTURAZIONE DEL NOSTRO BEL CASTELLO DIVENTATO UN VERO GIOIELLO……GRAZIE DA CASTELLANA GROTTE E UN FORTISSIMO E CALOROSISSIMO “…AD MELIORA SEMPER…”.BACIONISSIMI. Maria e Michele ROMANO
gentili compaesani, sindaco, assessori e quanti altri ci mangiano nel nostro comune…
mi è giunta notizia che il nostro “gioiello” o patrimonio come lo chiamate voi, è stato ceduto ad avvenenti ristoratori e proprietari di attività alberghiere vari francavillesi o giù di lì poichè la nostra bella amministrazione non aveva nemmeno un soldo per non farselo rubare. confermate? avete il coraggio di rispondermi? spero che mi stia sbagliando.
poche parole, meno belle facce e + fatti! e soprattutto + orgoglio per favore.
in fede
un italiano, un oritano, un onesto cittadino.
grazie
@ povera italia
il castello è stato ceduto nel 2007 ai proprietari di borgo ducale srl, in particolare alla famiglia romanin caliandro il quale in 3 anni è riuscita, spendendo milioni di euro di restauro, a portare al massimo splendore il castello che versava in pessime condizioni…
la famiglia non è francavillesse. il castello verrà utilizzato per varie cerimonie e convegni… non un ristorante pizzeria.
comprare il castello per il comune comportava una spesa eccessiva e ancora piu eccessivo sarebbe stato l investimento relativo al restauro…
sono stato lunedi alla conferenza stampa e ho visitato l intero castello… devo dire che i lavori che sono stati fatti sono davvero notevoli…
Il restauro di un castello dovrebbe essere effettuato in maniera scientifica. Si sarebbero dovuti analizzare differenti parametri e tentare di salvaguardare quanto più possibile la struttura antica e il suo aspetto originario. Il restauro in questione, seguito solo marginalmente dalla Soprintendenza per i beni archeologici ed architettonici della Puglia è l’ennesimo scempio perpetuato al nostro patrimonio culturale. Il fatto che il maniero resti in piedi non è ahimè l’unica questione da prendere in considerazione. Una struttura del genere non va restaurata rendendola di un bianco candido, solo per analizzare l’aspetto più palese. Gli edifici antichi non si restaurano con una pesante insabbiatura.Senza entrare in dettagli tecnici la patina ad esempio è una delle cose più semplici di cui dover tenere conto. Senza poi parlare dei numerosi dati archeologici andati perduti in un restauro non esattamente ortodosso (basti pensare ad esempio ai resti antropologici non studiati). Senza entrare nel dettaglio politico si dovrebbe poi comprendere come una struttura privata, che effettuerà un servizio del tutto incoerente con la struttura antica possa portare un vantaggio economico o un gradimento culturale ad Oria, come i più, non so seguendo quale criterio sostengono.
Il problema che il fascino di un castello nuovo e luccicante spesso distrae dalla realtà.
Saluti.
magari adesso fateci sapere da quando possiamo visitarlo e soprattutto se è attivo un ristorante accessibile anche a noi poveri e comuni mortali!!!
purtroppo ci sono tanti elementi che non vanno nella “nuova” struttura. Il castello è stato certamente adibito ad una struttura ricettiva introducendo molti elementi poco “storici” o meglio non filologici con il periodo a cui fa riferimento il castello (dall XI al XIV sec). La cosa migliore da fare sarebbe stata quella di continuare a riservare l’aspetto “medievale” della struttura (interni e giardino) ristrutturando quello che già c era, senza alterare l’aspetto esistente. Ma per essere più precisi vado ad elencare gli aspetti piu evidenti.
1iniziando dalle mura e dalle torri, il lavoro che è stato fatto ha interessato la completa pulitura dal verderame eliminando anche l’edera interna che interessava buona parte della struttura (interna). Sono ora visibili infatti i segni verdastri sulle pareti. Il colore biancastro è visibile solo inizialmente, cioè appena finiti i lavori. Già ora, a distanza di mesi dalla fine dei lavori, le mura hanno acquistato un colore più giallastro.
2 il rifacimento dell interno basolato interno assente prima del restauro. Voglio ricordare che prima era presente solo del brecciolino per terra.
3 l utilizzo di elementi per l illuminazione interni al giardino per niente coerenti con una struttura medievale. Si tratta dei lampioni che tracciano il percorso nella piazza d armi. Mentre è molto bella l illuminazione presente sulle torri.
4 Passiamo agli interni. Voglio ricordare che il piano superiore della struttura principale è stato realizzato in tempi non remoti rispetto al resto del castello (1900). Per questo, è possibile modificare l ambientazione precedente… che è quello che è stato fatto. La sala conferenze sembra una sala del ‘700, completamente diversa dai vecchi ambienti preesistenti. Si potevano utilizzare almeno lampadari in ferro battuto e non in cristallo.
5 Al piano terra si poteva evitare l intonaco bianco sulle pareti in alcune stanze, come anche l utilizzo di alcune luci futuristiche a filo di parete con relativa cassa incorporata.
Non essendo esperto di architettura, mi sono limitato solo ad alcuni aspetti superficiali e sopratutto soggettivi. Sicuramente l impatto che si ha entrando all interno del castello è diverso da quello che si aveva prima. Personalmente avrei conservato di più l aspetto medievale della struttura, che non sarebbe stato sicuramente inferiore rispetto al risultato che i proprietari hanno ottenuto con gli ultimi lavori.
Di certo è che bisogna dare un grande merito al lavoro di pulizia che è stato fatto, e anche all investimento. Non credo che altri (enti pubblici o stato) avrebbero fatto tutto questo.
Spero che il castello non sia “acceso” solo nei giorni in cui c’è qualche particolare evento che si svolge all interno. E’ pur sempre un monumento (il principale) che appartiene agli oritani, ed è un dispiacere vederlo brillare solo per poche ore…
Giovane e bella la proprietaria, ho avuto il piacere di conoscerla quest’estate con il marito. Molto disponibili e davvero educati. Spero verrete ad abitarci ad oria e non solo d’estate