Oria, tra il IX e il X secolo ospita un centro di cultura ebraica di primissimo livello, in tutto l’occidente, che fa risalire le sue origini ai superstiti dell’espugnazione di Gerusalemme nel 70 d.C. In una situazione di forte cosmopolitismo Oria fu luogo centrale nella formulazione e nella riproduzione del sapere, qui pervengono, si evolvono e si diffondono in Puglia, in Spagna, in Sicilia ed in Tunisia, le dottrine elaborate a Nehardea in Mesopotamia, a Tiberiade in Palestina e ad Alessandria in Egitto. Nel “libro delle discendenze”, che Ahima’az Ben Paltiel scrive nel XII secolo, leggiamo che gli esiliati deportati da Tito da “Gerusalemme, città perfetta in bellezza, salirono ad Oria, vi si stabilirono e prosperarono, ebbero fortuna nelle loro attività, si accrebbero in numero e divennero potenti’’. Oria produce medici e poeti famosi in tutto l’impero bizantino e nell’anno 868 l’ebreo oritano Shefatiah ben Amittai, viene invitato a Costantinopoli presso la corte dell’imperatore Basilio I il Macedone. Nel X secolo le razzie dei musulmani diventano frequenti anche in Puglia. Lo sterminio messo in atto dai predoni guidati Giaifar Ahmad ibn Ubayd, che il 4 Luglio 925 espugnarono Oria, fu devastante, i borghi circostanti furono bruciati, ben seimila cittadini tra i quali molti ebrei, furono passati a fil di spada, dodicimila furono ridotti in schiavitù e deportati. Dal momento delle distruzioni Oria diventa nota nel mondo ebraico europeo. Tra gli ebrei fatti prigionieri vi era il dodicenne Shabattai Donnolo nato nel 913 che sarebbe diventato ben presto uno dei più illustri medici dell’Europa medievale. Nei suoi testi scrive: ‘’venni liberato nella città di Taranto grazie al denaro dei miei padri, all’età di dodici anni. I miei parenti furono deportati a Palermo e in Africa, io rimasi nelle terre controllate dai romani e mi dedicai a tante e diverse novità. I miei occhi hanno visto tutto ciò che le mie mani potevano fare. Tutto il mio sforzo si dimostrò vano, come correre dietro al vento, non c’è alcun vantaggio sotto il sole”. Nonostante le privazioni si dedica agli studi diventando oltre che grande medico anche uno dei più importanti commentatori dei testi della mistica ebraica: ‘’mi accorsi che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre, perché stare all’ombra della sapienza è come stare all’ombra del denaro”. L’influente tradizione ebraica di Oria fu stroncata, la sorte della città e dei suoi ebrei non è che il maggiore esempio noto, fra numerosi ignoti o meno noti, di quanto ebbero a subire in questo periodo di cruente guerre gli ebrei dell’Italia meridionale non diversamente dal resto della popolazione.
Con i normanni e gli svevi per gli ebrei di Puglia si apre una stagione di nuova fioritura culturale. L’imperatore Enrico VI, nel 1195, afferma di essere tenuto a proteggere i suoi sudditi e di non poter tenere conto della differenza di fede da ciascuno professata. Il figlio, Federico II, imperatore nato nelle Marche, ma noto come “puer Apuiae”, prosegue lungo il percorso di tolleranza tracciato dai suoi antenati, nel 1234 infatti gli ebrei sono sottratti all’antigiudaismo di alcuni strati della popolazione e posti sotto la tutela imperiale e facendo anche riferimento alle buone consuetudini in vigore dai tempi del sovrano normanno Guglielmo II di Sicilia, stabilisce che in giudizio non vi possano essere testimonianze di cristiani contro ebrei e viceversa. Federico II ebbe a corte numerosi ebrei, cosa insolita nell’Occidente medievale del XIII secolo dove il mondo giudaico e quello cristiano difficilmente si incontravano nel dibattito culturale, spingendosi a richiedere la traduzione in latino dei testi della letteratura ebraica per poterli leggere e discutere.