La normativa antimafia prevede, infatti, l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali a carico di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata.
Sono stati apposti i sigilli a due immobili ubicati a Sava e a Taranto e ad alcuni conti correnti bancari. Gli investigatori avrebbero rilevato una sproporzione tra i redditi dichiarati e il tenore di vita dell’uomo, che avrebbe acquistato i fabbricati con il provento di attività illecite.
Il giovane era stato tratto in arresto lo scorso 17 aprile, perché sospettato di essere uno dei responsabili di una sparatoria avvenuta nel pomeriggio del 21 luglio 2009 in via Duca degli Abruzzi, a Taranto. Una resa dei conti tra bande criminali tarantine nel corso della quale furono sparati oltre 30 colpi di pistola.
De Padova, a cui erano contestati i reati di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, tentativo di omicidio e spari un luogo pubblico, fu scarcerato dal gip dopo l’interrogatorio di garanzia.