Regione Puglia: firmati i “Pirp” per 13 comuni, tra cui Oria
Al via i programmi integrati di riqualificazione delle periferie
«Al centro di questo programma c’è il tema del diritto alla casa per chi ha redditi al limite della povertà e per le giovani coppie. È un piano che mette al centro in maniera importante l’accessibilità di questo fondamentale diritto costituzionale». Con queste parole il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato oggi la firma dei Pirp (programmi integrati di riqualificazione delle periferie), per i Comuni di Avetrana, Barletta, Deliceto, Massafra, Monteroni, Oria, Sannicandro Garganico, Ugento, Volturino, Bitonto, Ginosa, Galatina e Taranto.
L’assessore all’Edilizia della Regione Puglia, Angela Barbanente, ha sottolineato: «La Regione sarà spietata. Non è possibile che si replichino situazioni come quelle dei contratti di quartiere o dei programmi di recupero urbano, che hanno atteso tanto tempo per veder la luce». «Dobbiamo essere in grado – ha aggiunto – di aprire i cantieri di questi Pirp, tempestivamente. È un dovere che noi avvertiamo in un momento di crisi così violenta. Non è pensabile che quei 13 mesi previsti negli accordi di programma per la cantierizzazione degli interventi, non siano rispettati».
Vendola ha poi evidenziatoche questo «è forse l’ultimo ossigeno che abbiamo. Non è consentito a nessuno immaginare – ha precisato – di potersela cavare con le problematiche diffuse della pubblica amministrazione». «Aprire questi cantieri rispettando il cronoprogramma – ha concluso – è oggi uno dei pochi sbocchi a una drammatica questione sociale».
Il programma dei Pirp, riguarda in tutto 120 Comuni per un investimento di fondi pubblici che ammonta a 210 milioni di euro, con una forte integrazione di investimenti privati, per una mobilitazione complessiva di oltre un miliardo e 700 milioni di euro.
Per Vendola vi sono due temi. Il primo «riguarda il rapporto tra pubblico e privato: si tratta – ha spiegato – di provare a guardare il privato con un’ottica non punitiva». «Il pubblico può stimolare la genialità del privato – ha rilevato – mettendo insieme il suo profitto a quello collettivo: ogni euro che investe il pubblico, può stimolare un investimento di cinque-sei euro da parte del privato. E noi siamo oggi di fronte al completamento di un’opera che mette in pista due miliardi di euro, tra finanziamenti pubblici e finanziamenti privati».
Il secondo elemento importante – ha aggiunto – «è quello di una pianificazione orizzontale, fatta con il coinvoglimento dei residenti. Il restiling e la ristrutturazione della periferia – ha precisato – pianificando con i residenti e con gli attori economici fondamentali». «Mettendo anche insieme – ha concluso – il risparmio e l’efficientamento energetico».
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gli stessi partiti che qui si oppongono, difendono i PIRP nella città di Bari ed altrove. Si tratta di uno strumento realizzato per liquidare il bene pubblico in pochi anni. Infatti nel mix privato-pubblico i beni/servizi con cui il privato partecipa al progetto vengono valutati secondo criteri di mercato. L’apporto dell’ente pubblico, invece, è stimato per un valore di marca da bollo. E’ questo il grande imbroglio e nessuno tra gli amministratori regionali e comunali interpellati ha mai fornito una risposta che neghi questa evidenza. E neppure qui leggo la considerazione di fondo che dovrebbe rimanere capofila tra i motivi di opposizione ai PIRP. La verità è che si tratta di un grande business a vantaggio dell’edilizia privata che in pochissimi anni smantellerà i beni pubblici. Un esempio: se l’ente pubblico partecipa con un manufatto o con un suolo , che il mercato valuta 100, nel PIRP è stimato 10. Il motivo addotto dagli amministratori è di natura squisitamente ideologica. Si sostiene che un ente pubblico , in quanto tale, non può pretendere che i suoi beni vengano valutati alla stregua di quelli privati. Ma le norme in materia di contrattazione pubblico-privato ormai da anni assegna stesa capacità negoziale ai due soggetti . Proprio grazie a questa “parità” e libera scelta dell’ente pubblico che i PIRP sono stati possibili.
In verità, si dice sottovoce, che nell’ipotesi in cui anche i beni del soggetto pubblico fossero valutati con gli stessi criteri di mercato, il soggetto privato non avrebbe più alcuna convenienza in questi progetti. Dunque la “convenienza” sta tutta in una capacità negoziale “menomata” e mortificata dell’ente pubblico, per precisa scelta politica dell’amministrazione, non per difetto legislativo. Vendola è un retore di professione, l’incantatore circense che punta tutto sulla parte più bella delle coscienze e ne fa scempio.