Oria: stasera “Ricostruiamo Porta Brindisi”
Si svolgerà stasera, martedì 24 agosto, alle 21:00 presso il Palazzo Vescovile di Oria un incontro pubblico organizzato dal comitato “Ricostruiamo Porta Brindisi”.
Un gruppo di cittadini che punta alla ricostruzione di sana pianta della terza porta di Oria, costruita intorno al 980 nei pressi dell’attuale piazza Lama e demolita nel 1865.
Un dibattito pubblico per coinvolgere la cittadinanza nei diversi aspetti del progetto: culturali, tecnici, economici e decisionali.
«Anche Oria ha il suo Titanic – afferma il promotore dell’iniziativa Gianfranco Durante – il monumento perduto più importante della sua storia. Ad affondarlo fu una delibera comunale del 1865. Dopo 145 anni, grazie all’aiuto dell’amministrazione comunale e del comitato, stiamo riportando nuova luce sul monumento. Vorremmo riproporre, tramite porta Brindisi, Oria come Porta del Salento».
Il professore Giuseppe D’Amico spiega: «Attraverso la porta vi era un deflusso di acque notevole, acque piovane che scendevano giù dal castello e dalla cattedrale. Si era creata nei pressi della porta una sorta di pozzanghera, una zona malsana. Inoltre essendo antichissima stava cadendo, perciò pensarono di buttarla giù. Esiste una ferita aperta che ora si pensa di rimarginare, dal momento che delle “pezze” storiche ci sono».
Sulla base delle altre due porte di Oria, è già stato realizzato un plastico provvisorio del monumento, che verrà scoperto stasera. Ulteriori studi scientifici sugli aspetti architettonici del monumento, dovranno essere elaborati prima di qualsiasi ulteriori passo.
Sarebbero già in corso dei rapporti informali con alcuni ricercatori dell’Università di Bari, che potrebbero occuparsi di portare avanti le ricerche.
L’ordine di grandezza dei costi per la costruzione dell’opera, secondo Gianfranco Durante, dovrebbe aggirarsi tra i 90.000 e i 130.000 euro. Fondi da reperire mediante quattro possibili strade: investimenti privati, fondi europei, fondazioni bancarie, contributi dei cittadini.
Fulcro dell’aspetto economico dell’opera potrebbe essere la realizzazione al di sopra della struttura di una veranda belvedere, da poter concedere in comodato d’uso per alcuni anni ad attività commerciali come bar o pub.
Allo studio anche l’elaborazione del progetto secondo i parametri utili all’aggiudicazione di finanziamenti europei o alla richiesta di fondi a banche.
In ultima istanza, potrebbe essere previsto il ricorso ai contributi dei cittadini, in una sorta di “mattone per Porta Brindisi”. Offerte da parte di singoli, che in cambio vedrebbero inciso il proprio nome su una targa commemorativa, affissa sul monumento.
Le posizioni al vaglio per la ricostruzione della porta pare siano tre. La prima sarebbe nelle immediate vicinanze del punto in cui sorgeva l’originale, cioè all’imbocco di corso Umberto da piazza Lama. La seconda sarebbe nei pressi del pozzo, a chiusura di piazza Lama. La terza potrebbe essere in via Latiano, all’altezza dell’incrocio con via Tripoli.
Per scoprire tutti i dettagli del progetto non resta che assistere all’incontro di stasera.
Per chiudere una curiosità, forse il primo a parlare di ricostruzione negli ultimi anni è stato il nostro collaboratore Stefano Schirinzi, che da amante di Oria, pur vivendo lontano, nell’agosto 2008 lanciò pubblicamente la proposta attraverso il nostro forum di discussione.
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Questa operazione non ha alcun senso: né storico, né urbanistico. Le porte avevano una ragione nei secoli passati per attraversare le cinte murarie. Tutt’al più si tratterebbe di un nuovo monumento, ma non è né necessario né utile. E’ già sufficiente l’obbrobrio architettonico della statua dell’immacolata. Molto meglio investire i 130 mila euro complessivi del progetto per recuperare il santuario di Monte Papa Lucio che è in stato di abbandono.
Personalmente non sono contrario, in linea di principio, alla ricostruzione di Porta Brindisi, del resto nella storia dell’uomo molti monumenti ed edifici sono stati ricostruiti anche in seguito all’insensata opera distruttiva dell’uomo. Mi piacerebbe però pensare ad una ricostruzione fedele, per quel che si puo’, della stessa. Le porte erano le uniche vie di accesso alla città, incastonate nell’antica circa muraria ed attraverso le quali passavano le truppe trionfanti. Via Muraglie Lama non si chiama così per sfizio.
Ora, di grazia, qualcuno potrebbe spiegarmi la ragione per cui si dovrebbe ricostruire (ma è errato usare tal verbo) detta porta altrove? Neanche Walt Disney che si fa una canna potrebbe mai immaginare di spostare Porta Brindisi all’altezza del pozzo di Piazza Lama (già oltraggiata più volte) o, peggio ancora, su Via Latiano all’altezza di Via Tripoli. Non sarebbe Porta Brindisi, solo un orribile manufatto che arricchisce il depauperamento architettonico del nostro paese. Per non parlare poi della terrazza da concedere in comodato d’uso ai bar/pub…abbiamo più locali che consumatori!
In conclusione plaudo all’idea se fatta con sani principi, diversamente sarò in prima persona a boicottarla e lo faccio attraverso questo sito in forma pubblica.
Ah…dimenticavo: basta con questi slogan riciclati “Porta del Salento”. Non so più quante Porte ha ormai questo Salento, non si capisce quasi più la sua estensione geografica. Signori, Oria ha così tanta storia, tradizione, cultura da far invidia a tutto la Terra d’Otranto: cerchiamo di distinguerci nel bene una volta, non ci omologhiamo agli altri tanto altre Porte si apriranno nel Salento e la nostra sarà solo una delle tante.
Ad maiora!
Appunto! Non vorrei un altro obbrobrio accanto all’esistente! Se le porte avevano un senso nel passato ed ora non più vorrà dire che anche il santuario di Monte Papalucio non ha alcun senso ai giorni nostri….che discorsi sono! Alcuni torrette medievali sono state ritrutturate recentemente, secondo me la Porta, se ben fatta, sarebbe solo un completamento. Certo le foto che ho visto girare di plastici e pitture mi fanno paura.
Oltre alle “rievocazioni storiche” ora abbiamo anche le “ricostruzioni storiche” . . . . fasulle.
Come componente della comunità di Oria, sono senz’altro favorevole alla realizzazione di opere che possono contribuire alla visibilità del paese.
Ma perché scomodare necessariamente la storia e i suoi monumenti non più esistenti.
Non è possibile ricostruire per quanto ci si sforzi ciò che non esiste più, intendo emotivamente, per quanto fedele, sarà sempre una copia.
Ben venga una nuova opera, ma appunto, una nuova opera, bella e che si inserisca armoniosamente nel contesto urbano, senza necessariamente spacciarla per ricostruzione della vecchia Porta Brindisi, che tra l’altro non conoscendone i dettagli non sarebbe neanche fedele all’originale.
Sono favorevole alla (ri)costruzione tanto più perchè si tratta di un monumento in quella che si propone come la piazza più accogliente di oria. chiamarla porta brindisi o porta salento è in verità una scelta poco felice, perchè originariamente il nome era Porta Appia, esiste tuttavia un’altro problema, la porta non può essere una ricostruzione perchè diventa automaticamente un falso storico, deve essere una nuova costruzione, un Porta nuova costruita in stile compatibile con l’architettura oritana.