I due uomini, secondo una ricostruzione ancora non del tutto chiara, dopo un violento diverbio erano arrivati alle mani, richiamando anche l’attenzione del figlio del Carbone, Francesco, che era intervenuto in aiuto del padre e, a suon di calci e pugni, aveva fatto stramazzare al suolo Nania.
A quel punto, con il pensionato a terra, Michele Carbone lo avrebbe colpito con un bastone in testa, causandogli gravi lesioni al cranio rivelatesi poi mortali.
Tutt’altra versione quella offerta oggi dallo stesso Michele Carbone al PM Milto De Nozza e al GIP Paola Liaci. Il presunto omicida, difeso dagli avvocati Pasquale Fistetti e Raffaele Pesce, durante l’interrogatorio ha sostenuto con decisione di aver agito per “legittima difesa“, colpendo Mario Nania solo dopo essere stato a sua volta colpito con un altro bastone. Inoltre ha dichiarato di aver infierito solo fin quando Nania continuava a colpirlo.
Versione che, da quanto emerso, sarebbe in netto contrasto con quanto dichiarato da alcuni dei testimoni presenti durante lo scontro. Per i quali Carbone e il figlio avrebbero colpito Nania anche quando era ormai inerme.
Proseguono inoltre le indagini dei Carabinieri della Stazione di Oria e della Compagnia di Francavilla per individuare il posto dove si è rifugiato Francesco Carbone, il ventenne che subito dopo l’accaduto aveva fatto perdere le proprie tracce ed è tutt’ora latitante, probabilmente aiutato da qualche conoscente.
Intanto questo pomeriggio si è svolta a Brindisi l’autopsia sul corpo di Mario Nania, volta a chiarire quale sia stato il colpo mortale. Le spoglie dell’uomo, esaminate dal medico legale Antonio Carusi, dovrebbero tornare in serata nella disponibilità della famiglia.
In città e sul web si susseguono i commenti di solidarietà a favore della famiglia Nania.