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Oria – Manduria: possibile allarme malaria e tubercolosi

Cronaca

Scritto da il 27 Marzo 2011 - 14:53

A lanciare l’allerta è il senatore Euprepio Curto, sin da ieri presente nel campo tra Oria e Manduria.

Il campo e Oria sullo sfondo

Il senatore Curto

«Ho notizia che siano state allertate alcune postazioni sanitarie, perché ci sarebbe il rischio che alcuni dei nuovi arrivati siano affetti da malaria, tubercolosi o altre malattie; per le quali non mi pare ci sia stato al momento una sorta di screening sanitario preventivo. – Afferma il senatore dell’UDC Euprepio Curto, che aggiunge – Questa emergenza nasce nello stesso momento in cui si chiudono gli ospedali, si riducono i posti letto e si tagliano gli organici della sanità».

«Qui non arriveranno solo 750 soggetti, dei quali non sappiamo se si tratti di profughi, di rifugiati o di delinquenti. 750 persone che sono state scaricate, sostanzialmente, da Lampedusa qui. Ben presto diventeranno 1500, con il raddoppio del campo. Oria e Manduria diventeranno una sorta di Lampedusa 2 e questo è molto preoccupante».

Il senatore francavillese, presente sin da ieri presso il campo profughi allestito, esprime perplessità anche sulle conseguenze per la sicurezza del territorio e sull’impatto sull’economia locale di una presenza così massiccia di immigrati.

Sindaco di Manduria

«In Italia non c’è cosa più durevole del provvisorio. Ecco questa dovrebbe essere una struttura provvisoria, credo invece di poter dire che questa diventerà una struttura permanente. Questo inciderà pesantemente sui settori economici del nostro territorio. Il turismo sarà sicuramente influenzato da questo evento, ma in maniera negativa. Inoltre – conclude Curto – non so che cosa accadrà nei prossimi mesi quando le nostre campagne si riempiranno di villeggianti, di donne sole e di giovani soli. Ci saranno problemi di controllo del territorio, che non siamo in grado di governare».

Anche il sindaco di Manduria, Paolo Tommasino, è preoccupato per le conseguenze sanitarie e per la sicurezza del territorio.  «Potevamo fare il sacrificio per accoglierne qualche centinaio, ma qui stanno diventando troppi. Non abbiamo le strutture necessarie per accoglierli, il nostro ospedale era già al collasso con i soli cittadini della zona. Bisogna organizzare centri di accoglienza strutturati meglio, magari nelle numerose caserme dismesse di cui il ministero della Difesa dispone in tutta Italia». «Per la sicurezza non ci basta il solo controllo del campo, vogliamo che tutto il territorio sia maggiormente controllato».

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