Vi riportiamo la sentenza che ricostruisce e pone la parola fine ad una vicenda accaduta 22 anni fa.
Nel 1994 i signori D.N.A, M.L. e D.N.S., in qualità di eredi, citarono in giudizio il Comune di Oria, affinché l’ente risarcisse i danni in solido con B.C., dipendente della Polizia Municipale.
Il Comune di Oria nel 2000 fu condannato dal Tribunale Civile di Brindisi a risarcire 320 milioni di lire, più interessi e spese.
Nel 2003 la Corte di Appello di Lecce aggravò il conto a carico delle casse comunali, riconoscendo ulteriori 200.000 euro di risarcimento, oltre a interessi e rivalutazione.
Tra il dicembre 2002 e il dicembre 2004 il Comune di Oria versò complessivi 508.796,75 euro agli eredi del ragazzo. Il processo però proseguì.
Nell’ottobre 2007 la Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune, rinviò la causa per nuovo esame alla Corte d’Appello di Lecce. Nel maggio 2010, il Giudice di rinvio, accogliendo il ricorso dell’ente comunale, rigettò la domanda risarcitoria promossa dagli eredi di M.D.N.
I familiari del giovane ucciso, nel novembre 2010, presentarono ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. Nel marzo 2012, la Suprema Corte ha definitivamente rigettato la richiesta di risarcimento dei signori D.N.A, M.L. e D.N.S.
Oggi è stata pubblicata un’apposita delibera di Giunta, con la quale il comune ha attivato la procedura esecutiva tesa al recupero delle somme versate all’epoca delle due condanne. I familiari di M.D.N. dovranno restituire oltre mezzo milione di euro.
L’accaduto, che vi abbiamo raccontato sommariamente, è ricostruito in modo dettagliato nella sentenza della Suprema Corte, che vi riportiamo integralmente a seguire, insieme alla delibera di Giunta.
Delibera di Giunta