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Oria e Assisi, un palio che unisce due città

Cultura

Scritto da il 4 Agosto 2011 - 20:28

I Romanin mostrano il bozzetto del Palio 2011, alle spalle la Basilica di Assisi - (Foto La Monaca)

Si è svolta nella Sala della Conciliazione nel Municipio di Assisi la conferenza stampa di presentazione del bozzetto del Palio donato dalla famiglia Romanin Caliandro per il Torneo dei Rioni 2011. Ospiti del sindaco di Assisi, ing. Claudio Ricci, e del presidente del Calendimaggio, dott.ssa Rita Pennacchi, i proprietari del Castello di Oria, Giuseppe ed Emanuela Romanin, sono stati accolti con la delegazione della Pro Loco guidata dal neopresidente Antonio Carone ed Emilio Pinto, dei rappresentanti della Compagnia d’Arme Milites Friderici II presieduta dal prof. Ennio Suma e dei quattro rioni cittadini.

 

La Sala della Conciliazione non è una sala qualunque: è l’aula dove si riunisce il Consiglio Comunale di Assisi. Si è trattato quindi di un incontro ai vertici delle istituzioni culturali dei due Comuni, a cui ha presenziato anche il sindaco di Oria, Cosimo Pomarico.
Assisi come Oria affonda le sue radici culturali nel ricco patrimonio che deriva dal nostro Medioevo, ancora leggibile attraverso i monumenti e le manifestazioni popolari. Patrimonio materiale ed immateriale: città storiche, chiese palazzi e castelli, ma anche manifestazioni popolari e rievocazioni storiche. Nell’Italia dei mille comuni e dei mille castelli, le due città medievali sono legate da un sottile file rosso che passa attraverso i personaggi, i luoghi ed il paesaggio. Assisi ed Oria però sono strettamente messe in relazione da tre giganti della storia come Federico II, san Francesco e santa Chiara. Essi ricevettero il loro battesimo nel medesimo fonte tuttora conservato nella cattedrale di San Rufino in Assisi e furono educati sempre in Umbria, ad Assisi e Foligno, nel cuore dell’Italia. Non è documentato se Federico II e san Francesco si siano mai incontrati, ma la credenza popolare attesta che il Santo Poverello, di ritorno dall’Oriente, si sia fermato a pregare proprio ad Oria, presso la Chiesa allora dedicata a Santa Maria di Costantinopoli, e in quel luogo piantò un arancio e fece scavare un pozzo.

Insomma, un confine fragilissimo separa storia e mito, ma rimane certamente indiscutibile il profondo legame di arte, fede e cultura che lega le città di Assisi ed Oria in cui operano instancabili ed autorevoli operatori culturali. Ad evidenziarlo sono proprio i proprietari del Castello di Oria che con la donazione del Palio colgono l’opportunità per promuovere fuori dai confini regionali il Torneo dei Rioni, la più importante manifestazione federiciana che si svolge in Puglia, e con esso anche il maniero e il centro storico oritano, gettando concretamente le basi per un possibile dialogo e rapporto tra Oria ed una città universale come Assisi.

Claudio Ricci, Giuseppe ed Emanuela Romanin, il direttore generale della Pro Loco Emilio Pinto e dei figuranti della Compagnia Milites Friderici II (Foto-La-Monaca)

“Quest’anno celebriamo la riapertura del Castello di Oria, straordinario Monumento Nazionale restituito al suo antico splendore. E’ un onore per la mia famiglia essere custode di questo simbolo che è nella memoria e nell’identità della splendida città di Oria – dichiara Emanuela Romanin, proprietaria del maniero. Per quanto notevole, però, non basta aver chiuso uno dei più importanti e complessi cantieri che si siano mai tenuti in questo castello. Il Castello di Oria non può ridursi a mera vestigia di un passato glorioso, ma deve essere protagonista di un futuro importante, in una terra carica di valori legati alla famiglia, alla fede e al lavoro, scrigno di arte e di cultura, che può puntare realmente al turismo come risorsa per il benessere di tutti. Per questo abbiamo messo al lavoro la nostra segreteria e siamo lieti oggi di poter consegnare a tutti questi risultati che porteranno Oria in un rapporto bellissimo con una città che è nel cuore dell’Italia e degli Italiani”. Il Palio è stato commissionato dalla famiglia Romanin al maestro Afrune, artista salentino di fama internazionale e ritrattista ufficiale dei pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

“Siete pellegrini nella terra di Chiara e Francesco. Come voi, anche il Santo Padre Benedetto XVI sarà ad Assisi tra qualche mese, venticinque anni dopo la prima Giornata Mondiale della Preghiera per la Pace voluta dal beato Giovanni Paolo II. La vostra visita ci prepara alla gioia di questo atteso evento”. Con queste parole il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese, ha pregato con la delegazione sulla tomba di San Francesco.

“La tutela dei beni culturali e delle città storiche non è solo un dovere, ma verrà presto affermato anche come diritto – ha dichiarato il sindaco di Assisi, ing. Claudio Ricci, che è anche presidente delle città e dei siti patrimonio dell’Unesco, uno dei ruoli culturali più importanti nel nostro Paese. La famiglia Romanin Caliandro, contrastando il degrado non solo materiale in cui versava il maniero di Oria, ha difeso un diritto di tutti e non può che incontrare il plauso delle istituzioni. I nostri beni culturali – conclude il sindaco Ricci – non sono contenitori vuoti, anche se appaiono come muti testimoni del nostro passato. Occorrono cuori ed anime che siano al servizio di ogni visitatore, residente o turista che sia, per trasferire loro la bellezza che è in questi monumenti e nella storia dei nostri Comuni e del nostro Paese”. E questo accade ogni giorno al Castello di Oria da quando è riaperto al pubblico.

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