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«La Xylella non aspetta i tempi della giustizia», appello della CIA

Cronaca

Scritto da il 9 Maggio 2015 - 14:54

Il Tar del Lazio ha sospeso il piano Silletti, di contrasto alla Xylella. Una decisione accolta con gioia da chi non crede nell’epidemia o spera in cure alternative, invece un duro colpo per chi è convinto che il batterio a questo punto continuerà a propagarsi, in maniera sempre più virulenta.

Oggi è arrivato l’appello della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Puglia, che qualsiasi sia la propria opinione, appare ragionevole.

Se da un lato le eradicazioni frettolose erano forse esagerate, dall’altro accomodarsi e restare totalmente immobili, in attesa delle decisioni dei giudici, di nuovi provvedimenti, o degli esperimenti empirici di qualche coltivatore, potrebbe essere disastroso, soprattutto per un territorio come quello oritano, che al momento presenta un solo piccolo focolaio.

cia«Gli agricoltori delle province di Lecce, Brindisi e Taranto non devono sospendere le lavorazioni agricole che stanno compiendo negli oliveti, ma devono procedere necessariamente alla esecuzione delle pratiche colturali ritenute necessarie ad abbattere la presenza della “sputacchina”, il vettore che trasferisce l’infezione della Xylella fastidiosa da una pianta all’altra».

«Non ci permettiamo assolutamente di commentare una decisione del Tar, però non possiamo non sottolineare come la sospensione della operatività del Piano Silletti sancita dal Tar del Lazio, che si esprimerà nel merito tra 7 mesi, potrebbe davvero compromettere l’olivicoltura e l’economia pugliese oltre che l’intero paesaggio della nostra regione – dichiara il presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba -. La Xylella fastidiosa non aspetta i tempi della giustizia. Non conosce la legge e le norme, ma può avanzare inesorabilmente. Ora questi ulteriori sette mesi potrebbero davvero dare il colpo di grazia ad una situazione di emergenza che, se non affrontata adeguatamente, potrebbe avere un impatto devastante sulla economia non solo agricola della Puglia».

«Invitiamo, dunque, gli agricoltori a continuare ad eseguire correttamente le buone pratiche colturali indicate dalla scienza, a cui noi facciamo riferimento. Di questa emergenza – conclude Carrabba – deve farsi carico appieno la Comunità Europea oltre che il Governo Nazionale rendendo immediatamente disponibili le risorse economiche da destinare alla ricerca scientifica, al risarcimento dei danni diretti e indiretti subiti dagli agricoltori e alle necessarie azioni di divulgazione».

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