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Francavilla F.na e Brindisi: scorie nelle cave, indagati in 18

Ammonterebbe a più di 300 mila tonnellate le scorie, per la gran parte ceneri di carbone prodotte da centrali per la produzione di energia elettrica, che sarebbero state illecitamente smaltite in due siti della provincia privi di autorizzazioni per trattare rifiuti speciali pericolosi: uno a Francavilla Fontana, l’altro a Brindisi.

È quanto emergerebbe da un’inchiesta avviata nel 2008 dalla Procura di Brindisi prima e dalla Dda di Lecce poi, condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico, che ha portato stamani alla notifica di 18 avvisi di garanzia a carico di dirigenti d’azienda, imprenditori e trasportatori ai quali è stato contestato il reato di traffico illecito di rifiuti.

Nell’illecita attività sono coinvolte – secondo quanto riferito dagli investigatori – due aziende del settore energetico, una di Faenza (Ravenna) e l’altra con sede a Monopoli (Bari).

Le indagini, condotte con intercettazioni telefoniche e riprese video, hanno consentito di appurare che in due cave, una a Francavilla Fontana l’altra a Brindisi, venivano conferiti ingenti quantitativi di materiali che finivano interrati, invece le normative prevederebbero particolari modalità di trattamento.

Agli amministratori dei due impianti sono stati contestati i reati di omessa comunicazione della contaminazione del suolo e del sottosuolo.

I carabinieri hanno accertato che nelle due discariche erano state trasferite anche le ceneri provenienti dalla centrale Enel di Cerano (per circa 70 mila tonnellate), e in misura minore anche dall’impianto di Edipower (circa cinquemila tonnellate).

Nel corso dell’inchiesta sono stati sequestrati una sessantina di mezzi in tutta Italia, tra autocarri e rimorchi e vari macchinari.

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