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Fabbrica di Nichi di Oria contraria a Porta Brindisi

Politica

Scritto da il 26 Agosto 2010 - 16:46

Ragazzi della Fabbrica di Nichi

I Ragazzi della Fabbrica di Nichi

Premettendo che questa nostra opinione non è di natura politica bipartisan, noi ragazzi della fabbrica di Nichi ci dichiariamo contrari alla realizzazione di un mostro di polistirene che deturpa l’impatto ambientale di Piazza Lama e dell’eventuale ennesimo spreco di denaro pubblico.

Siamo contrari, perché non pensiamo che una semplice porta possa incrementare il turismo, a maggior ragione del fatto che non ha nessuna valenza storica artistica; siamo contrari al materiale che verrà utilizzato. Usare il polistirene nel centro storico di Oria è ridicolo; il plastico presentato dal comitato non è stilisticamente uniforme alle altre due porte della città, l’impatto ambientale della piazza sarebbe deturpato con un’ astronave in polistirene.

Chiediamo che non vengano utilizzati soldi pubblici per la costruzione e chiediamo all’amministrazione comunale di abbandonare quanto prima l’appoggio a questo scellerato progetto. Poniamo tre domande: con quali fondi si sono realizzati i manifesti pubblicitari che hanno invaso la città? Perchè la cifra di 130 mila euro non viene impiegata per rivalutare zone realmente interessanti dal punto di vista storico artistico e turistico quale Monte Papalucio, torre Palomba, torre Carnara, le mura messapiche in piazza Cattedrale? Se l’intento è (ri)costruire, perché si è permesso di distruggere qualche anno fà, una delle più importanti necropoli messapiche per far spazio ad un campo di calcio nei locali ecclesiastici di piazza De Jacobis?

Il progetto portato avanti dal comitato RICOSTRUIAMO PORTA BRINDISI è puro populismo di propaganda, non ha nessuna valenza storica in quanto non esiste nessuna fotografia o disegno che attesta la vera struttura della porta, non è un opera artistica ma si tratterebbe di pura ingegneria; non avrebbe nessuna attrattiva dal punto di vista turistico (il plastico ricorda una porta settecentesca simile a quelle di Francavilla Fontana); non porta nessun beneficio economico alla nostra cittadina tranne quello di uno spreco di denaro.

A tal proposito ricordiamo al “comitato (ri)costruiamo porta Brindisi” di usare meno il linguaggio accademico quando non vi sono evidenze scientifiche e filosofiche per poterlo fare e consigliamo di rivisitare l’esistenza di norme per il restauro come ad esempio le carte del restauro, che non sono vere e proprie leggi, sono invece dei principi morali che regolano gli interventi di restauro. Ce ne sono diverse, la carta di Atene, quella del restauro del ’72 e quella dell’87, quella di Cracovia del 2000. Riportando una parte di quest’ultima, vi chiediamo di fare attenzione a ciò che c’è scritto:

– La ricostruzione di intere parti “in stile” deve essere evitata. La ricostruzione di parti limitate aventi un’importanza architettonica possono essere accettate a condizione che siano basate su una precisa ed indiscutibile documentazione… Se necessario per un corretto utilizzo dell’edificio, il completamento di parti più estese con rilevanza spaziale o funzionale dovrà essere realizzato con un linguaggio conforme all’architettura contemporanea. La ricostruzione di un intero edificio, distrutto per cause belliche o naturali, è ammissibile solo in presenza di eccezionali motivazioni di ordine sociale o culturale, attinenti l’identità di un’intera collettività.
In questo caso non si tratta di restauro, né anastilosi, né ricostruzione, ma al massimo di costruzione inveritiera e con materiali non consoni all’ambiente, creando, così, un vero e proprio falso storico. L’unica cosa che si potrebbe fare in questi casi è mettere una targa nel punto dove sorgeva la porta, con riportata la storia, la funzione che svolgeva, un ipotetico prospetto di questa, così come avviene in città d’arte come Firenze nel caso delle grandi terme e la Fullonica di Piazza della Signoria.

Ricordiamo inoltre al comitato la presenza di legislazioni ministeriali che disciplinano la ricostruzione di opere architettoniche come ad esempio l’articolo 21 del codice Urbani.

Noi della Fabbrica di Nichi diciamo NO a questo scempio architettonico e a questo inutile spreco di soldi per una porta di plastica alle porte delle elezioni amministrative.

I ragazzi della Fabbrica di Nichi (dottori e non).

Fabbrica di Nichi di Oria contraria a Porta Brindisi

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