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Dettagli sugli arresti dell’operazione “Uragano” della Guardia di Finanza

Guardia di FinanzaNelle prime ore del mattino, militari della Guardia di Finanza di Brindisi hanno eseguito 44 provvedimenti di custodia cautelare disposti dal G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, al termine di complesse indagini che hanno interessato tre distinte organizzazioni criminali che, anche interagendo tra loro, hanno gestito buona parte del mercato della droga nel territorio salentino, riuscendo altresì a perpetrare tale illecita attività anche nelle regioni dell’Emilia Romagna e del Friuli.

Le indagini sono state svolte dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi.

L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Lecce (nelle persone del Procuratore Cataldo Motta, del Sost. Proc. Alessio Coccioli e del Proc. Agg. di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi), ha riguardato 3 distinte organizzazioni criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti, operanti in Brindisi, San Pietro Vernotico, Oria e Maniago (PN) che, nella realizzazione di alcune operazioni illecite, hanno anche interagito tra loro.

Sono indagate cinquantacinque persone tra cui sette donne. Ventinove persone sono state colpite da custodia cautelare in carcere e quindici sono agli arresti domiciliari.

Gli indagati in carcere: Raffaele Renna detto “Puffo”, 36 anni, di San Pietro Vernotico; Marco Asuni, 54 anni, di San Pietro Vernotico; Andrea Baglivo, 50 anni, di Brindisi; Consiglia Baglivo, 44 anni, di Brindisi; Michele Baglivo, 28 anni, di Brindisi; Ortis Banda, 35 anni, di Maniago (Pordenone); Roberto Calò, 32 anni, di San Vito dei Normanni; Francesco Convertino, 36 anni, di San Pietro Vernotico; Cosimo D’Alema, 48 anni, di Brindisi; Letterio D’Alema, 38 anni, di Brindisi, Vincenzo D’Ignazio, 37 anni, di Brindisi; Andrea Mitri, 34 anni, di Brindisi; Luigi De Simone, 38 anni, nato a Campi Salentina (Lecce) e residente a Santarcangelo di Romagna (Rimini); Adriano Gialluisi, 31 anni, di San Pietro Vernotico; Andrea Gubello, 33 anni, di Lecce; Emio Longo, 41 anni, di San Pietro Vernotico; Giuseppe Marra, 48 anni, di Brindisi; Cristina Palano, 37 anni, di Brindisi; Cristian Quarta, 37 anni, di San Pietro Vernotico; Jury Rosafio, 38 anni, di Brindisi; Maria Carmela Rubini, 32 anni, 42 anni, di San Pietro Vernotico; Cosimo Saccomanno, 46 anni, di Oria; Antonio Saracino, 39 anni, di San Donaci; Luigi Scarlino, 33 anni, di Gagliano del capo (Lecce); Maurizio Screti, 29 anni, di San Pietro Vernotico; Andrea Sgura, 22 anni di Brindisi; Danilo Versienti, 35 anni, di San Pietro Vernotico; Alfredo Zecca, 29 anni, di Brindisi.

Gli indagati ai domiciliari: Sebastiano Esposito, 37 anni, di San Pietro Vernotico; Daniele Leuzzi, 39 anni, di San Pietro Vernotico; Pamela Fortunato, 28 anni, di San Pietro Vernotico; Alessandro Greco, 37 anni, di San Pietro Vernotico; Alessandro Miglietta; 28 anni, di San Pietro Vernotico; Rosario Vitali, 49 anni, di Brindisi; Rosario Vitali, 49 anni, di Brindisi; Luigi Iurlo, 49 anni, di Brindisi; Vincenzo Palma detto “Paparella”, 37 anni, di Brindisi; Marco Baglivo, 30 anni, di Brindisi; Rita Ferrari, 49 anni, di Brindisi; Tania Carriero, 24 anni, di Brindisi; Maurizio Baglivo, 47 anni, di Brindisi; Francesco Spinella, 37 anni, di Brindisi; Luca Spinella, 37 anni, di Brindisi; Cristina Peluso, 32 anni, di Brindisi.

Agli indagati sono stati contestati, a vario titolo, i seguenti reati:

La prima e più importante aveva base operativa e logistica nella città di San Pietro Vernotico (BR) e, secondo gli investigatori, faceva capo al pluri-pregiudicato RENNA Raffaele, alias “Puffo”, esponente di spicco dell’associazione di tipo mafioso denominata “Sacra Corona Unita.

La sua posizione di vertice all’interno del clan è stata confermata anche da un importante collaboratore di giustizia, appositamente interrogato dagli operanti.

A differenza delle altre due organizzazioni che avevano un mercato dello spaccio limitato all’ambito provinciale di Brindisi, questo primo sodalizio è risultato avere una struttura più radicata che gli ha permesso di perpetrare la sua illecita attività anche fuori dai confini regionali.

L’organizzazione, infatti, è riuscita a spacciare la sostanza stupefacente anche nelle città di Rimini e Forlì, avvalendosi dell’opera di soggetti brindisini oramai ivi residenti.

Nel clan RENNA un ruolo di primo piano lo hanno assunto FORTUNATO Pamela e RUBINI Maria Carmela, rispettivamente compagna e zia del capo clan, le quali, a seguito del suo arresto, si sono adoperate per veicolare, dalla Casa Circondariale di Castrovillari ove era detenuto, gli ordini impartiti agli altri sodali.

La seconda organizzazione aveva base operativa e logistica nella città di Brindisi e faceva capo ai pluri-pregiudicati Rosafio Jury, Cosimo D’Alema e Vincenzo D’Ignazio. La stessa aveva diramazioni nella provincia di Pordenone come documentato a seguito di intervento repressivo conclusosi con l’arresto di un corriere che trasportava un panetto contenente oltre mezzo chilo di cocaina.

Nell’occasione, QUARTA Cristian, soggetto brindisino originario di San Pietro Vernotico ma da anni residente a Maniago (PN), aveva svolto un ruolo di intermediazione con esponenti di altre associazioni criminali ivi operanti, utilizzate come canale di approvvigionamento dello stupefacente.

In un’occasione, altresì, è emerso un episodio estorsivo ai danni di D’ALEMA Cosimo, esponente di rilievo dell’organizzazione criminale in esame, il quale, a seguito del mancato pagamento di una fornitura e delle successive minacce (anche di morte) avute da RENNA Raffaele, è stato costretto a cedergli un’automobile.

Da ultimo, vi è l’organizzazione criminale facente capo alla famiglia BAGLIVO di Brindisi, anch’essa operante nel territorio della città di Brindisi.

Al termine delle investigazioni, eseguite anche tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali, l’interrogatorio di un collaboratore di giustizia appartenente alla “Sacra Corona Unita” e numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo dei movimenti di persone e mezzi, ha consentito di:

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