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Corruppe poliziotto penitenziario di Erchie, condannato

L’ercolano, nell’ambito di una più ampia inchiesta, aveva già patteggiato la pena ad un anno e 11 mesi.

Con poche centinaia di euro aveva corrotto un assistente capo della polizia penitenziaria per convincerlo a passare dal carcere di Ravenna, nel quale si trovava rinchiuso, bigliettini alla madre e alla fidanzata. Con questa accusa Adam Chudio Przemyslaw, 25enne operaio polacco, è stato condannato dal Tribunale della città romagnola ad un anno e cinque mesi di carcere.

La madre, accusata dello stesso reato in concorso, è stata invece assolta «per non avere commesso il fatto».

L’assistente capo della Polizia Penitenziaria coinvolto nella vicenda, Vito Cosimo Miacola, 50 anni, originario di Erchie, arrestato a febbraio 2009 dalla squadra Mobile di Ravenna, nel dicembre scorso, per questo e altri episodi contestati nell’ambito di un’inchiesta della Procura ravennate sul carcere di “Port’ Aurea”, aveva patteggiato un anno e 11 mesi.

Adam e Miacola si conoscevano di vista perché l’agente all’epoca era fidanzato con una polacca amica della famiglia del ragazzo. Il giovane, incensurato, era stato arrestato il 25 maggio 2008 assieme a tre connazionali per il pestaggio di un marocchino in stazione a Ravenna.
L’incontro con Miacola «fu una manna per il giovane – ha detto il Pm Stefano Stargiotti nella requisitoria – il quale subito ne parlò alla madre». Inoltre «in quel periodo Miacola aveva un bisogno estremo di danaro, che lo portò con estrema facilità a condotte illecite, prestandosi a consegnare messaggi sia in entrata che in uscita dal carcere». Ma per questo «richiese una contropartita». Tuttavia «in tali condizioni di sfacelo, si accontentò di poco: 350 euro».

Per la difesa, affidata all’avv. Sandra Vannucci, si era invece trattato di un prestito, tanto che «nelle intercettazioni Miacola aveva più volte garantito che avrebbe restituito i soldi quanto prima». Per questo il legale aveva chiesto l’assoluzione per entrambi gli imputati.

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