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Brindisi: “Scappa, Nino” personale di pittura di Domenico Lapolla

Si inaugura il 17 marzo – e andrà avanti fino al 17 aprile – “Scappa, Nino!”, la personale di pittura dell’artista brindisino Domenico Lapolla, al caffè libreria “Camera a Sud”, in Largo Otranto – Brindisi.

Il titolo della personale fa riferimento a Nino – un piccolo pappagallo giallo – che abita molte delle tele in esposizione, assieme a dei tipi umani semplici e delicati. Dove non è Nino a farla da padrone, vi sono altri animali ritratti in pose e azioni inconsuete – pesci che salutano naviganti, oche a lezione di greco antico o pianoforte, galline in testa o al seguito di omini in canottiera, gazze che si lasciano accarezzare su terrazzi assolati.

Nel mondo di “Scappa, Nino!” i personaggi sono semplici e liberi da sovrastrutture sociali; portano umili magliette o camice dal taglio antico, si muovono in ambienti domestici, minimalisti e rassicuranti di un mondo che rimanda alla realtà ma ha del fantastico; sono calati in una dimensione senza tempo, dove non si patiscono affanni o stress e si vive nel rispetto della natura e del regno animale, in un’unione in cui l’equilibrio tra le parti non è dato da una sproporzione tra autorità/sottomissione, ma piuttosto da un vicendevole, paritario scambio di benefici.

L’originalità evidente delle tele di Domenico Lapolla trova diverse ragioni: ogni opera è legata all’altra da tratti costanti, riconoscibili e tipici del suo stile; é come ritrovare in ogni tela un episodio di una storia, che ognuno, secondo la sua personalità, può inventare e raccontare. Non c’è virtuosismo nelle pennellate, non si ricerca la cura di tutti i particolari, ma solo di quelli che concorrono a creare la poesia dell’opera. I personaggi hanno tratti caricaturati – occhi minuscoli, nasi grossi, teste grandi, corpi esili – e tuttavia sono pregni di umanità. La tavolozza cromatica, tenue ed armonica, di una consistenza “cremosa” e tuttavia poco materica, rilassa e distende l’occhio dell’osservatore.

Sono delle tele che piacciono ai piccoli per evidenti ragioni, ma che catturano l’osservatore adulto con altrettanta curiosità, perché ne solleticano il lato puro e “bambino”.

di Valentina Antonini

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