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Taranto: 73 arresti nell’ “Operazione marenero” della Finanza [Video]

Cronaca

Scritto da il 11 Giugno 2013 - 15:42

Guardia di FinanzaI Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto hanno condotto un’indagine finalizzata al contrasto degli illeciti nel settore della commercializzazione di prodotti petroliferi.

L’attività di servizio, denominata “Operazione marenero”, eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto, ha tratto origine da taluni approfondimenti investigativi, effettuati sin dal 2008, sulla particolare tipologia di gasolio “bunker”, proveniente da una raffineria di Taranto.

Detta tipologia di gasolio, essendo destinata alle navi, è considerata come provvista di bordo ed in virtù di tale destinazione è soggetta al trattamento fiscale della merce nazionale in esportazione per essere consumata fuori dal territorio doganale. Pertanto il gasolio “bunker” soggiace solo ai diritti doganali (imposizioni strettamente connesse alle operazioni di dogana) e non già anche ai diritti di confine ed al pagamento delle accise.

Nel corso dei predetti approfondimenti sono state accertate appropriazioni indebite di ingenti quantitativi del prodotto in argomento nonché l’illecita destinazione del prodotto medesimo per la vendita al mercato nero sul territorio dello stato.

Nel prosieguo delle indagini, eseguite anche con mezzi tecnici, si è venuti a capo di un’associazione per delinquere, che aveva come promotore il presidente del consiglio di amministrazione di due società di trasporti di carburanti con sede amministrativa a Bari e legale a Taranto. L’associazione delinquenziale vedeva coinvolti anche taluni dirigenti, funzionari e dipendenti della raffineria di Taranto, uno spedizioniere doganale, titolari di depositi e distributori stradali di carburanti, soci e dipendenti di aziende di trasporti di carburanti, autisti di autocisterne.

La predetta associazione criminale ha proceduto alla metodica e capillare sostituzione di quantitativi di carburanti “finiti” (gasoli, benzine) in uscita dalla raffineria tarantina, con prodotti petroliferi “grezzi” (petrolio greggio oppure gasolina) ovvero con prodotti non commercializzabili (biodiesel), per poi rivendere i prodotti “finiti” al mercato nero a titolari compiacenti di depositi e distributori stradali di carburanti, o destinandoli all’autoconsumo.

I prodotti petroliferi “grezzi”, invece, venivano consegnati ai legittimi destinatari dei trasporti in uscita dalla raffineria, i quali, ignari delle sostituzioni effettuate, immettevano alla regolare vendita e quindi al consumo prodotti non raffinati, che in alcuni casi sono risultati miscelati anche con acqua. tra i vari sistemi di frode utilizzati dall’organizzazione si segnala, a titolo esemplificativo, quello conosciuto, in gergo, come sistema del “cammello”, che permette di appropriarsi di gran parte del prodotto nella fase dello svuotamento dell’autocisterna mediante manomissioni di valvole e tubazioni che consentono di deviare il flusso di scarico del combustibile verso altro scomparto della cisterna.

All’esito della complessa attività operativa sono state denunziate all’Autorità Giudiziaria 132 persone, delle quali 73 in stato di arresto, nonché sequestrate 28 autocisterne utilizzate per l’illecita attività, del valore complessivi di circa 7 milioni di euro.

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