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Oria: tentata rapina in gioielleria, arrestata donna, ricercato complice

Cronaca

Scritto da il 18 Ottobre 2013 - 13:38

CRISAFI Teresa

CRISAFI Teresa

I carabinieri della stazione di Oria, coadiuvati nella fase esecutiva dai militari del Reparto Operativo e Nucleo Investigativo di Bologna, hanno tratto in arresto Teresa Crisafi, nata a Palermo il 20 aprile 1974, residente a Budrio (BO), attualmente detenuta presso la casa circondariale di Bologna, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del tribunale di Brindisi, per tentata rapina impropria pluriaggravata in concorso.

La donna è ritenuta responsabile del tentativo di rapina alla gioielleria “Re Mida” di via Mario Pagano, ad Oria, verificatasi lo scorso 22 giugno 2013.

In quella data, infatti, intorno alle ore 10:45, la titolare, era da sola nell’esercizio quando la Crisafi suonò il campanello per accedere nel locale mediante l’apertura delle porte di sicurezza. Una volta all’interno, la “cliente” destava forti sospetti nei confronti della proprietaria che si accorgeva di un atteggiamento palesemente “strano” della stessa atteso che indossava una evidente parrucca di colore nero. Inoltre la donna spesso si voltava verso la porta d’ingresso come se stesse aspettando l’arrivo di qualcuno. A quel punto l’esercente, presa dal panico, cercava di temporeggiare, nella speranza che giungesse qualcuno in suo soccorso.

Dopo circa un minuto alla porta d’ingresso del laboratorio suonava un giovane vestito in modo sportivo e con un berretto bianco con visiera tipo baseball. L’esercente comprendeva immediatamente che l’uomo era il complice della donna e, pertanto, decideva di non aprire le porte di sicurezza, facendolo rimanere fuori.

Compreso che ormai la titolare non avrebbe mai aperto la porta d’ingresso al complice, la “cliente” decideva di afferrarla per il collo dalle spalle e quando quest’ultima si metteva a gridare invocando aiuto, la malvivente non esitava a tappargli la bocca con le mani. Subito dopo intimava più volte le parole: “apri – apri”, ma ciò nonostante la titolare non adempieva alla sua richiesta. L’uomo, che fino a quel momento era rimasto invano in attesa, decideva di allontanarsi, anche perché aveva osservato che la sua complice all’interno era impegnata in una violenta colluttazione con la vittima.

La proprietaria, caduta per terra, pensava di chiedere aiuto al marito titolare dell’attiguo esercizio di Ottica e, pertanto, in maniera violenta e ripetuta, colpiva con i propri pugni una vetrina posizionata su una parete, al fine di attirare la sua attenzione e farlo intervenire in suo soccorso. In effetti, lo stratagemma dava i suoi risultati; infatti, il marito accorreva immediatamente in soccorso della moglie.

Giunto davanti alla porta d’ingresso si accorgeva della presenza all’interno di una donna, armata di un taglierino, la quale tentava di uscire e, non riuscendovi, minacciava l’esercente con le testuali frasi: “apri altrimenti ti accoltello”. L’uomo, temendo per l’incolumità fisica della moglie, decideva di azionare le porte di sicurezza consentendo alla donna di guadagnare l’uscita.

Subito dopo il grave evento, venivano passate al setaccio tutte le telecamere della zona oltre che quelle della gioielleria da cui, effettivamente, apparivano le drammatiche fasi della tentata rapina. Si riusciva, dopo una serie di accertamenti incrociati, a risalire al tragitto effettuato dalla donna dopo la fuga dalla gioielleria e, studiando questo, si otteneva un primo dato importante: il modello della macchina utilizzata per la fuga, una Lancia Y grigia chiaro, che era parcheggiata ad alcune decine di metri, sempre su via Mario Pagano, nei pressi del circolo cittadino del PD.

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Analizzando tale dato e dalle descrizioni somatiche degli autori è stato possibile, dopo un certosino lavoro di indagine, dare un volto e un nome ai due autori della tentata rapina. In particolare sia la donna – peraltro attualmente detenuta proprio per una rapina nel carcere di Bologna – sia l’uomo, hanno precedenti per reati specifici.

Le loro caratteristiche somatiche, impresse nel sistema di videosorveglianza, e il modello di autovettura, che come ricostruito era un auto a noleggio utilizzata per commettere la tentata rapina, hanno portato a raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza a carico degli stessi. La donna è rimasta ristretta presso il carcere di Bologna, mentre sono tuttora in corso le ricerche del complice resosi irreperibile prima della cattura. Intanto le indagini continuano per verificare la presenza di eventuali ulteriori complici.

Delle immagini e alcuni dettagli sono stati rimossi, su richiesta degli interessati.

Oria: tentata rapina in gioielleria, arrestata donna, ricercato complice

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