Oria: omicidio Nania, pesanti condanne per padre e figlio
Non sono servite le ipotesi della difesa secondo la quale i testimoni non sarebbero stati attendibili, in quanto influenzati dai giornali e dal clima ostile che si era diffuso ad Oria dopo la morte di Mario Nania.
Ieri la corte, presieduta da Gabriele Perna, ha giudicato colpevoli di omicidio Francesco e Michele Carbone, rispettivamente figlio e padre.
Pene pesanti quelle inflitte, diciassette anni per il giovane Francesco, ora ventiduenne, che si trova in carcere dal 13 aprile 2010. Quattordici anni di reclusione per suo padre Michele, che torna in carcere dopo alcuni mesi di libertà, secondo quanto era stato disposto dal tribunale del riesame.
Il 9 aprile 2010 fu il rumore delle motoseghe e delle attrezzature utilizzate per distruggere i residui legnosi della potatura a scatenare Michele Carbone e poi suo figlio Francesco, i due ingaggiarono uno scontro fisico con il loro vicino Mario Nania, colpendo quest’ultimo fino a farlo cadere esanime al suolo. Il pensionato 58/enne, soccorso dagli operai che lavoravano sul suo terreno, morì dopo alcune ore di agonia presso l’ospedale di Brindisi.
Maggiori informazioni sulla vicenda sono disponibili nel nostro archivio.
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