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Oria: il Castello torna sotto sequestro

Cronaca

Scritto da il 1 Marzo 2013 - 13:17

Panorama con il Castello visto di notte

Panorama con il Castello visto di notte

(ANSA) Militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Brindisi hanno eseguito stamattina un provvedimento di sequestro preventivo del castello svevo di Oria, disposto dal gip del Tribunale di Brindisi Paola Liaci su richiesta del pm Antonio Costantini. L’indagine riguarda presunti abusi edilizi a carico dei due proprietari e di altre quattro persone, tra cui tre pubblici ufficiali e il dirigente dei lavori di restauro dell’immobile.

Il castello federiciano era già stato sottoposto a sequestro probatorio nel 2011 (poi dissequestrato nel maggio 2012) nell’ambito delle stesse indagini. Era stato poi restituito alla Borgo Ducale Srl, la società proprietaria, di Isabella Caliandro e Giuseppe Romanin.

Il maniero era destinato, secondo l’accusa, ad attività turistico ricettive. Gli altri indagati sono l’ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale di Oria Sergio Pietro Incalza, il direttore dei lavori di restauro Severino Orsan, il dirigente ad interim della soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici Salvatore Buonomo, e i funzionari della stessa soprintendenza Antonio Bramato, Giovanna Cacudi e Attilio Maurano.

Secondo le ipotesi d’accusa sarebbero state eseguite opere, anche dopo il dissequestro, difformi rispetto alle autorizzazioni fornite dalla Soprintendenza, tali da rendere concreto il pericolo di reiterazione del reato. Il progetto di restauro avrebbe compromesso in maniera significativa e permanente il manufatto storico e sarebbe stato realizzato «con la compiacenza di pubblici funzionari appartenenti non solo all’organigramma comunale, ma anche alle dipendenze delle articolazioni locali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali».

Le indagini hanno riscontrato il rilascio di pareri, permessi di costruire, certificati di agibilità e di collaudo, palesemente illegittimi, determinanti per fornire all’operazione una facciata di legalità, e finalizzati anche all’avvio di un procedimento volto all’ottenimento di un finanziamento ministeriale, di 3 milioni di euro, a parziale ristoro delle somme impiegate per l’effettuazione dei lavori.

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