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Oria – Archeoclub dice “No alle trivellazioni nell’Adriatico pugliese”

Cultura

Scritto da il 13 Agosto 2011 - 15:51

Desta preoccupazione e forti perplessità la notizia delle venture trivellazioni petrolifere al largo della costa adriatica pugliese. Infatti com’è ormai noto la società inglese Northern Petroleum ha già depositato la dovuta documentazione presso il Ministero dell’Ambiente e dei Beni Culturali per l’approvazione di ispezioni sismiche e perforazioni esplorative, avviando di fatto l’iter autorizzativo per trivellare i mari da Bari fino a Santa Maria di Leuca.

Se le cose dovessero andare in porto la Northern Petroleum invaderebbe per decenni le nostre coste, danneggiando notevolmente uno dei beni culturali e turistici più preziosi della nostra terra. Infatti, considerato i 25 km minimi di distanza dalla costa, già le esplosioni di aria compressa in mare utili per i saggi sismici recherebbero danni all’ecosistema marino locale, uccidendo fauna e flora marina. L’installazione delle nove piattaforme petrolifere – collocate prevalentemente tra Monopoli ed Ostuni – porterebbe poi rischi altissimi dovute alle fisiologiche perdite di petrolio in fase di estrazioni, inquinando la fascia costiera con conseguenze prima sui pesci e poi sull’uomo, senza contare gli eventuali scoppi dovuti al combustibile galleggiante. A tutto questo va aggiunto che il petrolio sottostante le coste pugliesi è di scarsa qualità, la cui lavorazione dunque richiederebbe costi più alti per la stessa compagnia interessata. Apprezzabile in tal senso l’intervento del sindaco di Ostuni Domenico Tanzarella che ha contestato l’ok del Ministero dell’Ambiente per la compatibilità ambientale dell’attività di prospezione petrolifera al largo delle coste, concesso alla compagnia petrolifera britannica.

I trascurabilissimi benefici che queste piattaforme porterebbero al nostro territorio pesano nulla sulla bilancia contro le gravi conseguenze arrecabili alla salute sia del mare (e quindi dei pesci) che dell’uomo, senza contare poi come ne risentirebbe l’economia locale che vedrebbe inferto un gravissimo colpo al turismo, essendo inficiata la qualità delle località turistiche costiere. Del resto, come contemplato nel nuovo Codice dei Beni Culturali, l’ambiente tutto e quindi anche il mare vanno debitamente tutelati al pari degli altri beni culturali.
L’Archeoclub d’Italia – Terra di Brindisi esprime dunque il proprio dissenso su quanto avverrebbe al largo delle coste adriatiche pugliesi, lanciando un appello alle autorità locali affinché intervengano fattivamente per salvare il patrimonio naturale del nostro territorio.

Oria, 13 agosto 2011

Dott. Barsanofio CHIEDI
(presidente)

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