Questo sito utilizza Cookie propri ed esterni, anche a scopo pubblicitario e di profilazione. Continuando a navigare accetti il servizio.

CHIUDI

Oria.info Notizie

Oria a Brindisi: quella colonna è nostra

Cultura

Scritto da il 12 Luglio 2011 - 9:45

La colonna visibile in una foto dei primi anni del 1900. Cliccare per ingrandire.

La storia che oggi abbiamo modo di raccontarvi è ignorata da tanti oritani, soprattutto dai più giovani.

Sino al 1927 esisteva la Provincia di Terra d’Otranto, indicata spesso come provincia di Lecce, che comprendeva le attuali province di Brindisi, Taranto, Lecce e Matera.

Fino a quegli anni un’antica colonna in granito, impiegata originariamente forse per abbellire una villa romana o un tempio e poi riutilizzata nella costruzione della Cattedrale Romanica di Oria, era collocata da secoli in Piazza San Domenico e rappresentava un punto fermo della tradizione storica e religiosa della comunità oritana.

La Domenica delle Palme, infatti, in Oria si celebrava un rito religioso dedicato al “Sannai”, cioè all’Osanna, una processione secolare che si concludeva intorno alla colonna, dove l’intera cittadinanza si raccoglieva con rami di ulivo e palme.

Nel corso del 1927, per un maggior controllo del territorio, il regime fascista decise di aumentare la presenza dei prefetti creando nuove province. Fu così costituita la provincia di Brindisi.

Pare che l’allora Podestà di Oria, Rocco Greco, per celebrare la nuova provincia “fascistissima”, volle regalare a Brindisi uno dei più grandi tesori artistici ed archeologici di Oria, proprio la Colonna del Sannai.

L’antico monumento fu prelevato dall’attuale Piazza Lorch, dal luogo dove è eretto il Monumento dei Caduti e, pare senza nessun formale atto di donazione, fu trasportato nel capoluogo di provincia.

Lì la colonna è rimasta sino ai giorni nostri ed è ancora oggi possibile ammirarla in Piazza Francesco Crispi, il piazzale antistante la Stazione ferroviaria di di Brindisi.

La processione del “Sannai”, con la mancanza di quel punto di riferimento così radicato nella tradizione, si perse nulla.

In questi mesi, dopo 84 anni, la locale sezione dell’Archeoclub pare si sia mossa per richiedere alla Città di Brindisi la restituzione di quel bene così importante e rapresentativo per Oria.

Sulla vicenda, a dire il vero, vige il più grosso riserbo e il presidente dell’Archeoclub di Oria, il dott. Barsanofio Chiedi, non ha voluto né confermare, né smentire le notizie in nostro possesso. Circostanza che pare ricadere nel classico “chi tace acconsente”, infatti  l’atteggiamento sfuggente di Chiedi vale quanto una conferma.

Chissà se quel monumento, forse un tempo parte del Tempio di Saturno, che sorgeva sull’Acropoli Messapica, dove fu poi edificato il Castello, potrà tornare nel suo luogo di origine. Difficile al momento dirlo, agli oritani non resta che attendere notizie da Brindisi e confidare nella volontà di giustizia del sindaco brindisino Domenico Mennitti, al quale cogliamo l’occasione per augurare una buona guarigione dai recenti problemi di salute, che lo hanno tenuto lontano dal Palazzo di Città.

Voi cosa ne pensate?

Oria a Brindisi: quella colonna è nostra

Argomenti correlati: , , , ,

COMMENTA L'ARTICOLO

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi