Questo sito utilizza Cookie propri ed esterni, anche a scopo pubblicitario e di profilazione. Continuando a navigare accetti il servizio.

CHIUDI

Oria.info Notizie

Leonzio Patisso e Gilberto Conte assolti

Cronaca

Scritto da il 12 Marzo 2009 - 21:59

Fonte comunicato di newsoria@libero.it

Tutti assolti perché il fatto non sussiste…. dopo 5 anni e 9 mesi dai clamorosi arresti effettuati a Oria il 1° luglio 2003 la 2^ sezione del Tribunale di Brindisi (Presidente Perna, a latere Zaccaro e Notarangelo ha prosciolto, con la formula più ampia possibile, il funzionario comunale Leonzio Patisso e suo cognato il Vigile Urbano, medaglia d’argento al valor civile, Gilberto Conte.

Leonzio Patisso, già responsabile dei servizi istituzionali del Comune e braccio destro del Sindaco Sergio Ardito, dopo tre giorni in carcere aveva trascorso sei mesi agli arresti domiciliari e gli era stato imposto persino l’obbligo di dimorare fuori da Oria subito dopo il periodo massimo di carcerazione preventiva al pari di un pericoloso delinquente doveva essere esiliato dal suo paese per non mettervi più piede soprattutto tra gli uffici del Comune rimandendo sospeso dal servizio e senza stipendio per tre anni e 10 mesi,

La moglie Lorenza Conte già Presidente del Consiglio Comunale di Oria e capogruppo dei Ds era stata costretta a dimettersi nel luglio 2003 dopo l’arresto del marito e del fratello vigile urbano

Gilberto Conte, difeso dall’Avv. Pasquale Fistetti e Roberto Palmisano difensore anche del Patisso, era accusato di Peculato per avere utilizzato il telefono del servizio di assistenza anziani, dove era stato trasferito con provvedimento punitivo, nel giugno-luglio 2002 per fare alcune telefonate private (quantificate in 14 euro dallla difesa) mentre invece Leonzio Patisso era accusato, in ben 11 capi di imputazione, di abuso d’ufficio, falso e peculato per l’acquisto nel 2001 dell’autovettura del servizio di assistenza anziani, nella gestioni dei telefonini assegnati ai dipendenti e amministratori comunali e per avere recuperato nel 2000 una Fiat multipla del servizio di Assistenza Anziani sinistrata in seguito ad una missione a Vienna dell’ Assessore Caramia, del Consigliere Nicola D’Ippolito e dell’allora Sindaco Dott. Sergio Ardito.

Il peculato era stato invece ipotizzato a carico di Leonzio Patisso, Sergio Ardito e altri amministratori e dipendenti comunali per l’utilizzo dei telefonini wind (Caramia Giovanni, . Pinto Luigi, Mastrogiovanni Oronzo, Denuzzo Mario e Caramia Giovanni) tutti difesi dall’Avv. Roberto Palmisano, Galeone Angelo con l’Avv. Antonio Almiento, Muscogiuri Marco con l’Avv. Mariagrazia Iacovazzi, Pagano Pasquale e Re Giuseppe con l’Avv. Pietrantonio Denuzzo, Carone Emanuele con l’Avv. Francesco Nigro Sindaco di Villa Castelli, ed infine imputati di ricettazione Massa Giovanni con l’Avv. Pasquale Annicchiarico e Patisso Cosimo (Gimson) con l’Avv. Giovanni Pomarico.

Il collegio di difesa degli imputati con copiosa documentazione e articolate indagini difensive ha dimostrato l’assoluta insussistenza delle accuse, poiché il costo dei telefonini in dotazione era completamente a carico degli utilizzatori, comprese le telefonate di servizio, l’invito era stato rivolto a tre concessionari e non a una come sostenuto dall’accusa e, soprattutto, la missione a Vienna non era un viaggio di piacere ma istituzionale fatto d’intesa con la Pro-Loco e su invito dell’Enit (Ente Nazionale per il Turismo)

Nel corso del dibattimento è emersa anche l’anomalia e la strumentalizzazione a fini politici della indagine, scaturita dalla iniziativa dell’allora Comandante dei Vigili Urbani Emilio Guido cui era stato affidato il compito, con precise direttive scritte dell’allora Sindaco Cosimo Moretto, depositate in udienza, per ricercare e denunciare presunti reati della passata amministrazione del Sindaco Sergio Ardito uscita sconfitta dalle elezioni del 2001.

Ciò aveva comportato l’instaurarsi di un infinito contenzioso tra il Patisso Leonzio (dirigente sindacale che aveva denunciato l’assoluta illegittimità dell’incarico) la di lui moglie Lorenza Conte, allora capogruppo dei Ds che aveva presentato numerose interpellanza per sostenere la necessità della laurea richiesta dal regolamento per una nomina esterna e lo stesso Guido Emilio che aveva reagito con decine e decine di denunce ed iniziative giudiziarie (tutte archiviate) contro il coniugi Patisso-Conte.

A sua volta il Guido Emilio nel giugno 2006 era stato condannato a due mesi di reclusione per abuso d’ufficio nei confronti del Patisso Leonzio (sentenza riformata in appello) dalla stessa 2^ sezione del tribunale di Brindisi che ieri ha mandato tutti assolti ponendo fine ad una pagina pietosa per la Città di Oria.
Pure visibilmente soddisfatti e commossi nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni in attesa delle motivazioni della sentenza emessa con la formula più ampia prevista dall’ordinamento (il fatto non sussiste) per tutti i 20 capi di imputazione e per tutti i 17 imputati.

Leonzio Patisso ha voluto ringraziare oltre ai suoi avvocati (Roberto Palmisano e Angelo Orofalo nel frattempo deceduto in seguito ad un incidente stradale nel maggio 2006) Michele De Flippis segretario provinciale del comunisti italiani per avergli offerto la candidatura a Sindaco di Oria, Enzo Santacesaria che nel periodo più difficile e delicato lo ha incaricato in questi anni della responsabilità dell’Ufficio Provinciale Contenzioso e Vertenze della UIL-FPL e l’On. Luciano Sardelli che all’epoca del suo arresto è stato l’unico politico a prendere una pubblica posizione. Ciò che accomuna nei miei ricordi queste persone, pur differenti tra loro, ha detto Leonzio Patisso è stata la loro spontaneità e disponibilità umana nei confronti di una persona che sino a quel momento non avevano mai conosciuto se non per sentito dire

Particolarmente toccante la lettera inviata al Presidente del Tribunale dai figli Herman e Luana di Verardi Cosimo, netturbino deceduto nel dicembre 2008, che chiedevano di sapere perché il padre, che aveva lavorato una vita e non si era mai approfittato di una lira, si trovasse sotto processo: anche a Loro il Tribunale ha risposto dicendo che non vi era nessun motivo perché il fatto non sussiste.

Leonzio Patisso e Gilberto Conte assolti

Argomenti correlati: , , ,

COMMENTA L'ARTICOLO

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi