Brindisi: blitz della Polizia operazione “Terra Bruciata”
Dodici arresti hanno azzerato un presunto gruppo criminale operante nel capoluogo e in provincia.
La Squadra Mobile di Brindisi, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia”, ha dato esecuzione nel primo mattino di oggi a dodici ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Brindisi Alcide Maritati su richiesta del pubblico ministero Antonio Negro.
In carcere sono finiti Sandro Antonino, di 28 anni, Marco Greco, di 26 anni, Stefano Iacolare, di 23 anni, Alessandro Morleo, di 25 anni, Domenico Muio, di 34 anni, Claudio e Giuseppe Palma, rispettivamente padre e figlio, di 49 e 30 anni, Cosimo Papa, di 25 anni, Andrea Pisani, di 23 anni.
Ad altri tre componenti della presunta banda, già reclusi, le ordinanze sono state notificate direttamente in carcere, si tratta di Ivano Cannalire, di 27 anni, Danilo Pugliese, di 41 anni, Davide Tramacere, di 27 anni. Curiosa la posizione di Ivano Cannalire, che attendeva oggi per essere scarcerato, ma ha ricevuto in cella la brutta sorpresa.
All’operazione, coordinata dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, hanno preso parte 80 agenti e diverse unità cinofile utilizzate nel corso di perquisizioni domiciliari.
Agli arrestati sono contestati i reati di associazione a delinquere, estorsioni, rapine, danneggiamenti, ricettazioni, furti e illecita detenzione di armi. Le indagini svolte dalla Squadra Mobile, hanno permesso di delineare una associazione a delinquere composta da soggetti che agivano prevalentemente nel capoluogo oltre che nella provincia, stabilmente dedita alla commissione di reati contro il patrimonio ed in particolare furti di veicoli, alla loro successiva ricettazione e/o richieste estorsive cosiddette “cavallo di ritorno”, oltre che ai furti in appartamento e rapine a mano armata ed illecita detenzione delle stesse.
La complessa attività investigativa, realizzata grazie anche all’ausilio delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha chiaramente consentito di ricostruire il “modus operandi” degli arrestati, nei confronti dei quali si è proceduto ad acquisire elementi probatori in ordine alla consumazione di un elevato numero di gravi fatti di reato contro il patrimonio.
Gli episodi delittuosi seguivano uno schema consolidato che prevedeva dapprima il furto di veicoli (vetture e moto) seguito a strettissimo giro dall’estorsione realizzata in danno dei proprietari, i quali venivano costretti a versare somme di denaro pur di non perdere definitivamente il mezzo; in altri casi i veicoli venivano riciclati.
L’altro modus delittuoso consisteva nei furti negli appartamenti, successivi alla sottrazione delle chiavi delle abitazioni prelevate dall’interno delle autovetture rubate o parcheggiate nella pubblica via, ed infine quello delle “spaccate” ossia furto con scasso all’interno degli esercizio commerciali, soprattutto quelli di abbigliamento.
L’odierna attività di Polizia, denominata “terra bruciata”, è racchiusa in un periodo di circa due anni, nel contesto del quale le azioni del gruppo malavitoso erano già state più volte arginate a seguito di numerosi arresti.
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